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di Americo Mascarucci - Intervista
“La Turchia sta usando gruppi jihadisti per fare la guerra ai curdi”. Lo rivela Repubblica che scrive: “Ci sono decine di foto scattate dagli stessi miliziani a provarlo. Nell’accozzaglia dell’Esercito siriano nazionale (National Syrian Army, Nsa) filo-Ankara, composto da decine di brigate e battaglioni per un totale - secondo i comandanti dell’Nsa - di 25.000 uomini, c’è anche Ahrar Al Sharqiya: si tratta di un gruppo di ribelli siriani armati originario del Governatorato di Deir ez-Zor, di ideologia nazionalista e islamista, fondato da alcuni fuoriusciti di Al Nusra tra cui Abu Maria Al Qahtani. Sono stati accusati di aver stretto alleanza con il cosiddetto Stato Islamico, aiutando i terroristi europei a raggiungere da Est le sue roccaforti”. Insomma, alla fine i sospetti che tanti hanno avanzato circa una continuità fra l’esercito di liberazione siriano (sostenuto da Turchia, Arabia Saudita, Usa e Occidente contro il regime siriano di Assad) e i tagliagole dell’Isis trova oggi conferma? Lo chiediamo al giornalista Giulietto Chiesa, esperto di scenari geopolitici e direttore di Pandora Tv.

Che sta succedendo in Siria?
“C’è una grande confusione determinata dal fatto che, come al solito, ci sono tanti attori che hanno la coscienza sporca. Di conseguenza sono in molti in questa vicenda a raccontare bugie o a fornire spiegazioni che in realtà non spiegano nulla. Ciò che sappiamo di quello che sta avvenendo in Siria è parzialmente falsificato”.

Si riferisce a qualcosa in particolare?
“Tutti parlano dell’aggressione della Turchia nei confronti dei curdi siriani, ma nessuno dice che in tanti li hanno utilizzati in questi anni per destabilizzare la Siria. In prima linea, a mio giudizio, ci sono stati i servizi segreti statunitensi e quelli israeliani. La Siria è stata aggredita molti anni fa e in questo contesto i curdi sono stati utilizzati di volta in volta per combattere il governo di Assad e dividere il Paese. Tutto questo con la regia delle forze occidentali. Oggi assistiamo alla decisione improvvisa e molto sospetta degli Usa di ritirare il proprio contingente dall’area, ma fino ad oggi Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Israele sono stati presenti attivamente sul territorio siriano”.

Come giudica il fatto che soltanto oggi si stanno evidenziando i collegamenti sempre negati fra l’esercito di liberazione siriano e l’Isis?
“L’esercito siriano cosiddetto libero è stato costituito dagli occidentali per essere un protagonista attivo della lotta contro il governo legittimo di Assad. Ora nessuno dice che questo stesso esercito è stato in un primo tempo alleato diretto della Turchia quando questa ha aiutato l’Isis nel tentativo non riuscito di creare un unico califfato fra Siria e Iraq. Tutte queste cose nessuno le racconta, facendo credere che improvvisamente Erdogan ha perso la testa decidendo di fare la guerra ai curdi. I quali hanno sempre subito tutto, per disperazione si sono alleati una volta con una parte, una volta con l’altra. Se non si spiega tutto questo esce fuori una realtà deformata e falsa”.

C’è chi sostiene che Erdogan stia agendo di concerto con la Russia che avrebbe tutto l’interesse a fare piazza pulita dei curdi considerati elemento destabilizzante per la Siria. E’ vero?
“Questa è la più colossale delle fake news che si siano mai sentite. L’80 per cento dell’informazione vuole far credere questo ma è un falso colossale. Il governo di Damasco non ha nessun interesse a che la Turchia entri nel proprio territorio e cacci i curdi. Questi in un primo momento hanno effettivamente aiutato l’aggressione contro la Siria, ma adesso si trovano a doversi difendere dalla Turchia e hanno chiesto l’aiuto di Assad. La Russia vuole che si crei questa alleanza per ricostituire l’unità nel Paese e quindi la stabilità politica, seppur in un contesto di difesa e riconoscimento delle autonomie sul territorio. Cosa che Erdogan non ha nessun interesse a favorire, anche perché per lui i curdi rappresentano un problema di sicurezza nazionale. Capisce quanto è complicata questa partita? Il vero problema è che ci sono state delle potenze, in testa a tutte Stati Uniti e Israele, che hanno utilizzato il Curdistan siriano come testa di ponte contro Assad”.

Come giudica il ruolo dell’Europa?
“Scandaloso come sempre. Un fallimento totale. La Ue è corresponsabile di tutto ciò che è avvenuto partecipando alla fase di destabilizzazione della Siria. Oggi propone addirittura sanzioni contro un alleato della Nato. Ci siamo dimenticati che la Turchia fa parte dell’Alleanza atlantica? Anche noi italiani ci stiamo coprendo di ridicolo visto che fino a ieri abbiamo difeso come un dogma l’appartenza alla Nato. Soltanto oggi scopriamo che l’alleanza in realtà è un imbroglio nel momento in cui la Turchia agisce in proprio? Nessuno però a Bruxelles si è messo a discutere del comportamento della Nato nei confronti di un Paese che ne fa parte e che ha intrapreso un’azione militare senza alcuna consultazione con gli alleati. Questo il vero problema. Si rende conto di quale paradosso abbiamo di fronte? Siamo alleati della Turchia, ma nel contempo gli infliggiamo sanzioni ignorando che abbiamo cooperato e sostenuto l’intera lotta organizzata dall’esterno contro Assad che passava dalla Turchia, cioè da un Paese Nato. E oggi ci scandalizziamo dei turchi che aggrediscono i curdi? Per non parlare della signora Merkel che per evitare l’invasione di profughi ha regalato miliardi ad Erdogan perché li tenesse in casa”.

Il conflitto pensa resterà circoscritto o si estenderà con l’intervento di altri attori?
“Penso che la guerra resterà limitata perché la Turchia non può spingersi troppo oltre i confini del Curdistan. Farà di tutto per infliggere il maggior numero di perdite ai curdi ma niente di più. Il vero problema a mio giudizio è rappresentato dagli ex combattenti dell’Isis ancora presenti in forze in quell’area. I miliziani dell’ex Califfato resteranno tutti sul territorio a combattere a favore dell’uno o dell’altro a seconda di chi li pagherà meglio. La prima cosa da fare sarebbe quella di rimettere ordine nella zona coinvolgendo il governo di Assad e la Russia in un’operazione di liquidazione definitiva dell’esercito cosiddetto libero siriano. Soltanto in questo modo si potranno evitare altri disastri impedendo ai tagliagole dell’Isis di rialzare la testa. Il vero rischio è che i terroristi possano essere spostati da un fronte all’altro per continuare l’opera di destabilizzazione della Siria ad opera dei soliti attori”.

Tratto da: lospecialegiornale.it