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chiesa giulietto web16di Stefano Ursi
Vaccini, apologia di fascismo, fake news: tutti argomenti al centro dell'agone politico e mediatico ormai da tempo e che fanno discutere. La linea sottile che si pone fra libertà individuali e necessità di Stato è oggi il fulcro di un dibattito che coinvolge molti aspetti della vita quotidiana: dalla salute alla comunicazione, globalizzando quelli che sono interrogativi secolari: fin dove la libertà di scelta individuale può spingersi? E fin dove può entrare la mano delle istituzioni nella vita e nelle preferenze dei cittadini? Chi decide e come in relazione a queste tematiche? La questione, spinosa e delicata, è aperta e si estrinseca sul terreno del confronto da idee spesso diametralmente opposte. IntelligoNews ha chiesto il parere del giornalista Giulietto Chiesa, che ha tracciato un quadro complessivo.

Vaccini, solo problema di libertà di scelta?
''Ci sono molti aspetti in questa vicenda che vanno esplicati, perché se si semplifica si cade nella stupidità e io non voglio essere parte in questo tipo di polemiche. Ci sono aspetti di Stato, che sono assolutamente non evitabili: lo Stato ha il dovere di tutelare la salute collettiva e quindi se ha le sue valutazioni precise deve proporre al Paese una soluzione che ottemperi a questa esigenza. Io dunque non sono per una libertà assoluta di tutti in fatto di scelte individuali, perché qui ci sono problemi collettivi che vanno esaminati collettivamente. La questione sta nel sapere su quale base il governo prende le sue decisioni e in che modo consulta i cittadini, perché il fatto che ci sia un dovere dello Stato non lo esime dalla necessità di spiegare alle persone cosa sta facendo. Dopodiché, visto che siamo governati da persone incompetenti, non elette da nessuno o in modo irregolare, abbiamo tutte le ragioni per diffidare delle decisioni di governanti incompetenti, incapaci. Questa vicenda, poi, coinvolge interessi finanziari colossali, relativamente alle imprese produttrici dei vaccini; imprese di cui è doveroso non fidarsi, perché ci sono elementi che dicono che i vaccini vanno trattati in un altro modo e costruiti sulla base di un rigoroso controllo sanitario, sotto gli occhi dell'opinione pubblica, senza la minima esitazione: riguardano la salute di milioni di persone''.

Si torna a parlare di legge contro l'apologia di fascismo.
''Al di là del testo in questione, sta scritto nella Costituzione che non si può fare apologia di fascismo, questo mi pare sia piuttosto chiaro. Il problema in realtà è un altro, cioè che il fascismo di allora oggi non c'è più e ce n'è un altro, molto più pericoloso, che è quello delle istituzioni che diventano sempre più autoritarie. Dunque diventa una questione complessa capire e dire cos'è il fascismo moderno. E questo è l'aspetto che mi preoccupa di più''.

E oggi l'Agcom si dice favorevole ad un intervento normativo sulle fake news. Stesso discorso?
''Sì, rientra in questo tipo di discorso, perchè se si vuole adottare un criterio di controllo sulle fake news il primo controllo che va fatto è su tutti i giornali e le tv più importanti, che ne producono una ciascuno al giorno. I primi che dovrebbero essere sottoposti a controlli sulle fake news sono i detentori delle frequenze e dei capitali che servono per fare l'informazione di massa: loro sono i più pericolosi e sono i primi a dover essere controllati sulla veridicità di quello che dicono e scrivono''.

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Tratto da: intelligonews.it

Foto © Sputnik - Eugene Odinoko

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