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carri nato germania ap patrik stollarzIntervista a Giulietto Chiesa
di Stefano Ursi

Grandi manovre militari in Europa. In queste ore si ha notizia dell'arrivo in Germania di carri armati, soldati ed equipaggiamenti Usa in Germania, in ottica di rafforzamento Nato, diretti verso i Paesi dell'Est Europa. In molti commentano questo dispiegamento di forze, la più grande dal 1990 ad oggi, come una manovra anti-russa. IntelligoNews ha chiesto l'opinione del giornalista Giulietto Chiesa, che così si è espresso: ''Siamo molti vicini alla rottura. Qualcuno tenta di predefinire le politiche di Trump''.

Decine di carri armati e quattromila soldati Usa in Germania, in ottica di rafforzamento Nato, diretti verso i paesi dell'Est Europa, il dispiegamento di forze più grande dal 1990 ad oggi: che succede? Siamo in guerra fredda o c'è rischio di degenerazione?
''Siamo molti vicini alla rottura, un accumulo di forze così massiccio e propagandato è una minaccia evidente alla Russia, che non sta facendo nulla di tutto ciò al di là del confine: c'è un evidente squilibrio di posizioni. E il significato militare di questi fatti è piuttosto evidente e non può che suscitare che commenti preoccupati, visto che si svolge in un contesto del tutto anomalo: siamo in presenza di decisioni che la Nato sta prendendo nell'imminenza di un cambio di direzione politica degli Stati Uniti d'America: cioè, per dirla chiaramente, ci sono forze nella Nato e negli stessi Usa che tendono a predefinire le condizioni in cui dovrà agire il presidente Trump. E questo è molto, molto preoccupante''.

Potrebbe trattarsi dell'ultimo atto di un Obama uscente?
''Non necessariamente si tratta solo di questo. Potremmo parlare dell'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara, delle espulsioni dei 35 diplomatici russi e delle accuse alla Russia, fino ad ora non provate, di aver modificato l'esito elettorale negli Stati Uniti: il che equivale a dire che c'è un'élite americana che ritiene, ancora oggi, che Donald Trump non può fare il presidente degli Stati Uniti''.

Si legge sul web di proteste di piazza e di richieste di chiarimenti a Merkel da parte di deputati tedeschi. Vero o no, il dato è che qui, da noi, di queste manovre si sa davvero poco: che informazione è quella che non dà risalto a questo straordinario spiegamento di forze?
''Io ho scritto un post sulla mia pagina Facebook, per chiedere come mai la stampa non fornisce informazioni su faccende di evidente rilievo: dire che questo spiegamento di forze non ha rilievo, significa ignorare il fatto che all'interno della Nato ci sono generali che hanno dichiarato esplicitamente che la Russia è una minaccia 'esistenziale' alla sopravvivenza dell'Occidente. Il che equivale a dire che non ci sono modi per eliminare questa minaccia, se non eliminando la Russia: una dichiarazione di guerra. E mi domando, quando leggo cose come queste, se io sia l'unico a leggerle o se anche qualcun altro le legge e ci riflette sopra. E il silenzio dei media è finalizzato al fatto che non si sappia che si sta preparando la guerra''.

Il pericolo vero oggi è ISIS oppure una guerra latente? E l'ONU dov'è in tutto questo? Quale ruolo ha?
''Innanzitutto il primo a mettere sullo stesso piano ISIS e Russia è stato proprio Obama e questo dovrebbe preoccupare molti, perché chi mette le bombe non è Putin ma l'ISIS, e metterli sullo stesso piano deve sollevare altri interrogativi: quanto tempo ci vuole perché i giornalisti del manistream occidentale si accingano a riflettere su questi fatti? E poi sull'ONU credo che ci vorrebbe certamente una discussione esauriente, di carattere straordinario, e una convocazione d'urgenza sarebbe molto importante. Anche se questo avrebbe un valore e un significato relativo, perché quello che dice l'ONU conta poco per l'opinione pubblica e lo stesso organismo è bloccato dalla situazione istituzionale, ovvero dal fatto che esistono i diritti di veto. Servirebbe un accordo preliminare, che però non può esserci visto che Nato e Occidente considerano ormai apertamente la Russia come un pericolo 'esistenziale'. Siamo in una situazione che definirei 'al calor bianco', non risolvibile diplomaticamente, e che è diventata un braccio di ferro: che come spesso accade, quando una delle due braccia crolla, si può trasformare in uno scontro. Io credo, per essere chiari, che l'Onu non sia la soluzione, occorrerebbe che qualche attore internazionale facesse sentire una sua voce autonoma. Magari l'Europa, che però non riesce a dire nulla, che non sia lo spostamento delle truppe verso il Baltico''.

Tratto da: intelligonews.it

Foto © AP Photo/ Patrik Stollarz

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