Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

merkel a draghi m c imagoeconomicadi Americo Mascarucci
Non si placa il dibattito dopo l’annuncio di Mario Draghi relativamente al blocco, da parte della Banca centrale Europea, dell’acquisto dei titoli di stato dei paesi dell’eurozona a partire dal gennaio 2019. Si chiama Quantitative easing ed è una misura di sostegno per i paesi con un alto debito pubblico per consentirgli di aumentare la disponibilità di moneta in circolazione.

Con Giulietto Chiesa, giornalista esperto di scenari geopolitici, noi de Lo Speciale abbiamo cercato di capire cosa si nasconde dietro le mosse di Draghi e se questa decisione può essere stata o meno determinata anche dal cambio di Governo in Italia.

Cosa nasconde la mossa di Draghi? E’ attacco all’Italia?
“No, non credo si tratti di un attacco contro il nostro Paese. Il messaggio è chiaro: si tratta di una nuova spinta in direzione del rigore e dell’austerità, questa volta imposte a tutta l’Europa. Perché la Bce si muova in questa direzione è difficile dirlo. Quello che riesco a vedere è il rischio che c’è dietro l’operazione, ovvero una riduzione della liquidità: questo significa che tutti quelli che sono in difficoltà vedranno peggiorare le loro condizioni”.

Anche l’Italia?
“Certamente. C’è in atto una piccola ripresa legata strettamente alla disponibilità di maggiore liquidità. E’ chiaro che nel momento in cui questa verrà tagliata, la scelta politica conseguente sarà quella di far stringere la cinghia a tutti i popoli europei”.

Facciamo almeno delle ipotesi? Perché questa decisione?
“Penso sia da collegare alla guerra commerciale in corso. Gli americani hanno deciso che le regole da adottare nei rapporti con la Cina dovranno essere le loro, anche se non credo siano in grado di imporre nulla a Pechino. Questo però inevitabilmente sposterà tutti gli equilibri, perché lo sbilanciamento dei pagamenti americani renderà il dollaro sempre più debole, sempre meno decisivo. Resterà una grande moneta di scambio per tutti, ma lo sarà sempre meno. Fra l’altro c’è la decisione recente della Banca centrale russa di ridurre della metà il quantitativo dei certificati di credito americani nelle mani russe. Dei 92,6 miliardi di euro di certificati di credito americano che aveva la Russia ne sono stati messi in vendita 46 milioni. Il che significa che Mosca si sta smarcando dalla Federal Reserve come mai avvenuto prima. Mettendo insieme tutte queste cose, pur non essendo un economista, penso ci siano delle inevitabili connessioni che delineano una crisi del sistema monetario internazionale. Il sistema euro quindi non vuole più produrre altro denaro fittizio, lasciando all’economia reale uno spazio molto più ridotto per svilupparsi”.

C’è chi con il nuovo Governo vede riconquistato da parte dell’Italia il ruolo di ago della bilancia che aveva ai tempi della guerra fredda. Questo perché guarderebbero a noi con favore, l’Inghilterra della Brexit ma soprattutto Putin e Trump. E’ d’accordo?
“No, non credo che si possa assegnare all’Italia questo ruolo. Non siamo una potenza e questo per ragioni economiche, militari e demografiche. Non abbiamo numeri di eccellenza in nessuno di questi ambiti e in più non abbiamo una situazione felice dal punto di vista sociale. Ciò detto, è però chiaro che il cambio di politica in Italia e i segnali lanciati dal vicepremier Matteo Salvini all’indirizzo dell’Europa, ci hanno posto al centro dell’attenzione. Prima non contavamo niente, oggi pur non essendo in posizione predominante, sicuramente contiamo di più. Forse se queste posizioni così nette su alcuni temi le avessimo adottate in passato, certi equilibri si sarebbero già modificati”.

Cosa deve fare ora il Governo Conte per non perdere i punti acquisiti?
“L’Italia ha semplicemente detto che prenderà le decisioni che riterrà più utili per l’interesse nazionale. Deve proseguire su questa linea. Vedo molto positivamente l’asse che si va delineando con Austria, Ungheria e la parte bavarese della Cdu tedesca, e ritengo che possa terremotare gli equilibri europei portando ad un rimescolamento delle carte. I bavaresi della Csu stanno già creando seri problemi alla signora Merkel fino a mettere a rischio la tenuta della maggioranza di governo e c’è grande preoccupazione per una possibile avanzata dell’estrema destra tedesca alle elezioni europee del 2019. Per questo motivo i bavaresi stanno facendo pressioni sulla Cancelliera perché cambi la sua politica. Tutti gli equilibri europei stanno saltando e il cambio di governo in Italia è stato sicuramente rilevante. Forze nuove hanno preso il potere scalzando via il blocco cosiddetto europeista. Non dimentichiamo poi che anche l’Amministrazione Trump vede con favore una possibile caduta della Cancelliera tedesca come dimostra del resto l’atteggiamento del presidente Usa nell’ultimo G7. C’è chi sta lavorando per questo, anche se ovviamente Trump non si muove direttamente e in prima persona. Tutti segnali di sommovimenti profondi che dimostrano come l’Europa non è più quella di cinque mesi fa”.

Tratto da: lospecialegiornale.it

Foto © Imagoeconomica