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NEWS 262639da megachip.globalist.it
Un botta e risposta tra un lettore e Giulietto Chiesa su spiritualità e progresso, sullo sfondo delle idee di Steiner

Signor Chiesa,

spero si ricordi di me, in questi mesi non le ho più scritto perché ho dovuto dedicarmi a tempo quasi pieno alla scienza dello spirito o antroposofia di Rudolf Steiner, ma ho continuato più' o meno a seguirLa, e ho cercato anche di far conoscere Pandoratv.it anche in questo ambiente peraltro molto controverso e che in fondo non amo: amo sì la scienza dello spirito o antroposofia, molto meno gli antroposofi, almeno per la stragrande maggioranza.
Stasera ho ascoltato un Suo intervento recente a Genova su pace e guerra, dove, nel Suo solito modo preciso, chiaro, logico, direi scientifico, come sempre i discorsi dovrebbero essere fatti, ha detto una frase meravigliosa, da perfetto antroposofo, una frase che la stragrande maggioranza dei sedicenti presunti antroposofi ancora non capisce, nonostante sia veramente la base, la sostanza, di tutta la scienza dello spirito o antropososofia di Rudolf Steiner. Ecco, Le ripeto a memoria le Sue parole bellissime e condivisibilissime da qualunque vero antroposofo :

    "Non esistono Uomini buoni o cattivi. Chi capisce di più è più buono di chi capisce di meno."

Questa affermazione in merito al capire, dunque al pensare, dunque allo spirito umano, è la sostanza del testo base fondamentale di tutta la scienza dello spirito di Steiner: "La filosofia della libertà", perché veramente capire è amare, non esiste capire senza anche amare, mentre può esistere un amore senza comprensione, ma allora è un amoruccio nel migliore dei casi, e non un vero amore, che è possibile solo nel capire, cioè nel pensare. Cioè nello spirito, perché scienza dello spirito significa scienza del pensare o, appunto del capire. E l'uomo e' libero, veramente libero, soltanto nel capire nel pensare potenzialmente tutto, tutte le verità possibili, e pensando, capendo tutto allo stesso tempo anche ama tutto.
Beh, mi piacerebbe cercare punti di contatto tra Lei, che parla come un vero scienziato dello spirito, come un vero antroposofo, assai più' che la stragrande maggioranza dei sedicenti e presunti antropologi, che in realtà' non lo sono. Le auguro buona serata e buon lavoro.


 Cristiano Ambrogini

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Caro Ambrogini,


la ringrazio per la belle parole che mi ha riservato. Non sapevo di essere un antroposofo, ma nell'accezione che lei propone per questo termine, forse lo sono. Non conosco Rudolf Steiner, se non per sentito dire. Ma evidentemente il mio percorso intellettuale si è incrociato con il suo. Nella ricerca dei punti fondanti per la rinascita dello spirito umano, come io lo concepisco.
Viviamo in un'epoca buia sotto questo profilo. Tanto più buia quanto più ci viene presentata (dall'immensa massa di fiction che ci sovrasta) come luminosa e "progressista".
Incontro sempre più spesso, nelle voci di persone che ritengono di essere "illuminate", questo aggettivo. Quasi sempre a sproposito. Quasi sempre con un significato che sento essere estraneo, confuso, farlocco. Molta gente che si ritiene "avanzata", "moderna", accetta il nuovo (nuovo morale, nuovo tecnologico, nuovo politico, nuovo biologico, insomma tutti i "nuovi" che ci vengono venduti sul mercato del gusto, del commercio, della moda) come "progresso". E quindi essere "progressista" per loro significa dover accettare tutta la novità, comunque impacchettata. Per esempio la globalizzazione è molto in auge. E i "progressisti" sono i suoi esegeti fedeli. Anche se essa si accompagna con moltissime cose che nulla hanno a che vedere con un qualsiasi progresso.
A me pare di capire, via via che osservo questo fenomeno (che è indotto, che è il prodotto dell'ideologia del pensiero unico dominante), che esso sia uno degli effetti della frantumazione del sapere. Tanto più complessa è la crisi dell'umanità occidentale contemporanea (intendo dire che è la "nostra crisi"), quanto più assistiamo alla suddivisione della conoscenza in compartimenti stagni. Chi sta dentro uno di essi non vede tutti gli altri. Cioè è prigioniero dentro una monade senza finestre. Cioè non può più vedere la complessità, l'interazione tra i fenomeni, la diversità degli approcci a uno stesso fenomeno, le conseguenze che tracimano da un compartimento all'altro. Il sapere "specializzato" può creare montagne di tecnologie, meravigliose protesi, ma produce "scienziati stupidi". Lo smartphone è un oggetto bellissimo, che produce anche disastri mentali. Anche la bomba atomica è un oggetto straordinario, che dimostra quanto potente sia diventato l'uomo. Ma distrugge e annienta, uomo e natura. Entrambi sono "progresso" fino a che li guardi da un solo lato, ignorando tutti gli altri.
Anche "capire di più" vuol dire molte cose, e diverse. Una scienza dello spirito che non sia in grado di avvicinare, chi la studia, alla complessità, non è una scienza.
Cordiali saluti,
Giulietto Chiesa

Tratto da: megachip.globalist.it