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putin vladimir c ansaIntervista
di Americo Mascarucci

Plebiscito per Vladimir Putin rieletto presidente della Russia con oltre il 76,67% dei voti. Per Giulietto Chiesa, giornalista esperto di Russia, si tratta di una vittoria scontata anche se forse in parte gonfiata. Intervistato da Lo Speciale spiega cosa abbia determinato l’ennesimo straordinario successo di colui che è chiamato “lo zar” e le dinamiche che l’hanno favorito. Guardando anche all’Italia e al nuovo corso politico che si sta aprendo con la vittoria elettorale della Lega e del M5S, forze politiche da sempre ritenute, seppur in maniera diversa, filo-Putin. Chiesa inoltre sul suo profilo Facebook nei giorni scorsi ha pubblicato un documento video che metterebbe in serio dubbio l’autenticità della tesi della Gran Bretagna relativamente all’omicidio dell’ex spia russa Sergej Skripal.

Chiesa, lo scontro con Londra quanto può aver favorito la vittoria di Putin?
“Non in maniera eccessiva. La vittoria schiacciante di Putin ci sarebbe stata comunque anche senza lo scandalo sollevato dall’Inghilterra. Ciò premesso ha sicuramente influito, non c’è dubbio, e gli ha fatto guadagnare voti. Siamo in presenza di un risultato record per Putin che ha esordito la prima volta con il 52% dei voti ed è dunque salito moltissimo nel gradimento dei russi”.

Perché è così amato dal suo popolo?
“Perché costituisce un punto di riferimento per tutti coloro che ritengono che la Russia sia stata umiliata dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Rappresenta l’orgoglio nazionale. Indipendentemente dai risultati economici che non sono propriamente brillanti, sicuramente Putin rappresenta lo stato russo nella sua storica dimensione”.

E’ vero che ha vinto anche perché non ha avuto avversari?
“Anche questo è vero. L’unico avversario di peso che ha avuto sono stati i comunisti ma questa non è una novità. Lo sono stati anche in tutte le precedenti elezioni. Se devo essere sincero non sono convinto che il risultato sia reale fino in fondo. Del resto lo stesso candidato comunista Grudinin ha parlato di un dato non vero e io su questo concordo. Sono convinto che il peso elettorale dei comunisti sia di gran lunga maggiore, e che qualche influenza di ingegneria politica sul voto possa esserci stata”.

In che senso?
“Nel senso che la Russia è un paese immenso dove le burocrazie locali esercitano un forte peso di controllo sugli elettorati. Poi c’è un forte squilibrio di carattere comunicativo con le televisioni largamente in mano al potere come avviene del resto anche da noi. Chi ha il controllo dell’informazione da sempre detiene il potere e condiziona il voto”.

Però forse una vittoria così netta è un pò difficile da pilotare o no?
“Ai russi piace da sempre avere dirigenti forti e dotati di grande prestigio e fermezza, anche dura. C’è stato Lenin, c’è stato Stalin, oggi c’è Putin. Non sto dicendo che Putin è come loro, ma certamente ha risvegliato l’orgoglio nazionale in un Paese in cui c’è stata un’evoluzione democratica molto diversa dalla nostra. Putin ha saputo dare prova di forza, decisionismo, determinazione e per come conosco i russi posso assicurarle che queste qualità fanno la differenza”.

Sia Salvini che Di Maio, seppur sotto forme differenti, sono considerati filo-Putin. Con loro al governo potranno migliorare i rapporti commerciali fra Italia e Russia? E l’Italia potrà dare un segnale ancora più forte in sede europea contro le sanzioni a Mosca?
“Con Salvini al governo ci sarebbe sicuramente una cancellazione delle sanzioni alla Russia, questo mi pare evidente visto che il leader leghista lo ha ripetuto più volte. Sul resto non credo cambierà molto. Di Maio non ha nessuna intenzione di stringere rapporti più stretti con la Russia, ha sempre detto di voler restare nella Nato e stare nella Nato equivale a stare agli ordini degli Usa. Con lui non vedo un grande cambiamento all’orizzonte. Ci sarà forse un atteggiamento filo-americano meno fanatico di quello che hanno avuto fino ad oggi i dirigenti politici italiani ed europei come dimostra anche lo scandalo sollevato dalla May. Spero che questi nuovi giovani dirigenti siano almeno meno servi, sciocchi e stupidi, di quanto lo sono stati fino ad oggi i governanti italiani ed europei nei confronti degli Usa. Al momento posso augurarmi soltanto questo”.

Tratto da: lospecialegiornale.it

Foto © Ansa