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trump donald e kim c ansadi Americo Mascarucci - Intervista
Prove di dialogo fra Usa e Corea del Nord. Giulietto Chiesa, giornalista esperto di scenari geopolitici, invita alla cautela e intervistato da Lo Speciale insiste nel dire che tutto dipenderà dall’atteggiamento degli americani. Intanto però le speranze per la fine delle ostilità in atto da anni sembrano esserci tutte. Kim Jong-Un e Donald Trump si incontreranno di persona entro fine maggio, stando a quanto riportato da una delegazione sudcoreana al termine di un colloquio con il presidente americano alla Casa Bianca. Gli inviati di Seul hanno consegnato a Trump un messaggio vocale da parte di Kim nel quale il leader nordcoreano si dice “impegnato per la denuclearizzazione”.

Chiesa, come giudica il messaggio di distensione che Kim Jong-Un ha inviato a Trump?
“Mi sembra l’ennesima prova del fatto che Kim Jong-Un non è affatto così pazzo come hanno voluto farci credere i media occidentali. Appare chiaro che fra la Corea del Nord e la Corea del Sud è stata raggiunta la consapevolezza di dover aprire una strada politica che porti alla fine della tensione internazionale. Ora però bisognerà capire se gli americani saranno davvero disponibili a portare avanti questo dialogo. Certo è che nel momento in cui questa iniziativa è spinta dalla Corea del Sud, gli Usa dovranno smetterla con le esercitazioni militari e con le provocazioni verso la Corea del Nord. Mentre è chiara ed esplicita quindi la volontà di dialogo delle due Coree, non è ancora chiaro se gli Stati Uniti saranno disposti ad accettare questa svolta politica che gli è passata sulla testa”.

Vede dietro questa svolta anche l’intervento della Russia su Kim Jong-Un?
“Direi che l’intervento della Russia c’è stato nel momento in cui Putin ha annunciato una svolta radicale nell’assetto militare e strategico del mondo, con l’utilizzo di nuove armi straordinarie di cui Mosca dispone. Evidentemente anche in America qualcuno si è reso conto che la politica delle provocazioni può essere molto pericolosa”.

Su quali punti Usa e Corea del Nord potranno trovare un’intesa? Pensa che Kim rinuncerà al suo programma nucleare?
“Kim Jong-Un ha sempre detto di essere pronto a sedersi intorno ad un tavolo per discutere la fine delle esercitazioni militari ai suoi confini e mettere sul terreno l’ipotesi di una diversa procedura dei rapporti. Questo però in Occidente nessuno ce lo ha mai detto. E’ evidente che fino a quando la Corea del Nord si sentirà minacciata dalle intenzioni degli americani non rinuncerà al suo programma. Ma è altrettanto chiaro che nel momento in cui gli Usa dovessero garantire sicurezza il programma nucleare nord coreano potrebbe anche essere rivisto. Fermo restando che le sue armi Kim Jong-Un le ha sempre concepite a scopo difensivo, non offensivo, per disinnescare il pericolo di un attacco Usa. Kim non ha nessuna intenzione di scatenare una guerra nucleare, non ne avrebbe alcun interesse. Se ci sarà volontà di dialogo da parte degli americani, la Corea del Nord non avrebbe alcun interesse a proseguire con la strategia della tensione internazionale”.

Ora che la Corea del Sud ha riallacciato i rapporti con la parte nord, gli Usa temono di perdere in qualche modo influenza sull’area?
“Questo no. La Corea del Sud ha troppi interessi intrecciati con gli Usa e non può rompere con l’America. Seul non avrà mai un grado di autonomia tale da consentirgli di rinunciare all’appoggio economico e strategico degli americani. Più semplicemente la Corea del Sud ha temuto seriamente di ritrovarsi sulla linea del fuoco nel caso di una guerra scatenata dagli Stati Uniti contro kim. Questo ha impaurito molto il gruppo dirigente sud coreano che ha deciso di fare da mediatore in una situazione per loro molto difficile e rischiosa. E’ chiaro che l’America dovrà ora tenere conto anche della volontà di sopravvivenza della Corea del Sud che non ha nessuna intenzione di ritrovarsi carne da macello in una guerra scatenata dal principale alleato”.

Tratto da: lospecialegiornale.it

Foto © Ansa

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