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juncker jean claude c reuters vincent kesslerdi Giulietto Chiesa
Nella spaventosa confusione che caratterizza l’Unione Europea, l’improvvisazione è la caratteristica dominante. Nel pieno della campagna elettorale americana, il presidente della Commissione Europea, Junker, s’impegnò in un salto mortale sorprendente, proclamando che l’idea di formare un esercito europeo era ormai all’ordine del giorno.
Qualcuno gli andò dietro, molti si chiesero da dove venisse l'idea, il grosso del plotone se ne stette zitto.
Il tema è di quelli che "chi tocca i fili muore". E, del resto, Junker è uomo prudente e, annunciando il nuovo ordine del giorno, si guardò bene dallo specificare cosa intendeva dire. Ma il segnale veniva da Washington, dove il candidato Donald Trump aveva lasciato intendere, a più riprese, che l'Europa valeva molto meno di quanto pensava di valere e che l'America avrebbe badato meno alle ubbìe degli alleati europei e più ai propri interessi.
Junker lanciò dunque un contro-segnale: se, per caso, gli USA ridimensionano le loro pretese atlantiche, l'Europa farà qualche passo di lato. Insomma cominciamo a pensare all'eventualità di difenderci da soli. Idea naturalmente senza alcun senso, come chiunque avrebbe dovuto capire. Cioè una "minaccia" equivalente a un suono di trombetta. L'Europa si è affidata interamente alla "protezione americana" nell'intero corso dell'esistenza della Nato, non ha mai contato niente nelle decisioni della Nato, limitandosi a obbedire ai comandi americani che, invariabilmente, sono stati rinnovati senza nemmeno consultare gli amici europei. Figurarsi come potrebbe fare a meno della Nato.
Nemmeno a pensarci. Ma il fatto è che, in Europa c'è molta gente che riesce ancora a fare due più due uguale quattro. E, quando si pone la questione della propria sovranità perduta, gli viene da pensare che, rimanendo dentro la Nato, nessuna reale sovranità gli sarà consentita. Né domani, né mai. Dunque Junker e i suoi ispiratori devono avere misurato i rischi di un rigurgito sovranista, accingendosi a mettere in opera una valvola di sicurezza. Si sa come vanno le cose: si apre un dibattito sull'aria fritta e lo si trascina avanti per mesi, magari per anni, lasciando che i commentatori si sbizzarriscano in ipotesi, e guardandosi bene dal far muovere una sola foglia dell'albero del potere.
Poi Trump è stato eletto e la sua musica è cambiata: non solo la Nato rimane, per lui, un pilastro fondamentale per proteggere l'Europa, ma occorrerà aumentare le spese. E la richiesta agli alleati europei è divenuta pressante: pagate! Cioè elevate le vostre spese per la difesa almeno al 2% del Pil di ogni paese. Per un'Europa che annaspa il ceffone è stato forte. Qualcuno si è scansato. Altri, come l'Italia, si sono subito inchinati. I baltici, per esempio, hanno applaudito. Junker si è ammutolito.

Ma i sovranisti di ogni bandiera hanno rifatto i calcoli una seconda volta e si stanno chiedendo se non sarebbe davvero il caso di farsi una difesa europea spendendo meno di quello che esige Donald Trump. A prima vista le loro chances di successo sono vicine allo zero. Si può fare? Forse sì, basterebbe smetterla di considerare la Russia come un nemico mortale. Ma, in realtà, sono nulle per davvero. Eppure il terrore atlantico di un tale esito è talmente grande che, contro una qualunque eventualità del genere, si stanno preparando alla battaglia tutte le forze europee disponibili.

Nei giorni scorsi l'incontro tra la signora Federica Mogherini e il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg è stato seguito da una sollevazione vera e propria delle numerose coorti di interessati aficionados della Nato. L'"European Leadeship Network", di solito silenzioso, ha radunato niente meno che 61 alte personalità militari e diplomatiche per esprimere una veemente dichiarazione di appoggio dell'"approfondimento della cooperazione UE-Nato", invitando perentoriamente "i governi a investire una maggiore energia politica in uno sforzo di questo tipo".
Altro che esercito europeo! L'"European Leadership Network" indica la linea su quattro direttive. Quella delle Risorse. In altri termini allentate la borsa della spesa. Quella dell'Educazione, cioè avviciniamoci di più in tutti i campi. Quella della Spiegazione, cioè far capire a tutti, per bene, che stando insieme si sta meglio. E infine quella dell''Ambizione. Insomma siate coraggiosi e, se volete essere protetti come si deve, cercate di capire che non basta cooperare passivamente. Ci vuole anche l'entusiasmo, anche se qualche volta si corre il rischio di esagerare.
La profondità del documento dell'ELN ha certamente richiesto molti sforzi congiunti. Tra i partecipanti e firmatari si annoverano un ex Segretario Generale della Nato (Willy Claes); un ex Vice-comandante supremo delle forze alleate (Gen. Sir John McColl); ben dieci ex ministri degli Esteri (tra cui Massimo D'Alema); e sette ex ministri della Difesa (tra cui l'Ammiraglio Giampaolo di Paola)…
Col che s'immagina che la discussione attorno a un "esercito europeo" sia stata definitivamente stroncata. Non è stato reso noto se Junker sia stato informato dell'evento.

Tratto dasputniknews.com

Foto © Reuters/Vincent Kessler