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estonia-mappada italian.ruvr.ru - 26 gennaio 2015
Dopo i fatti di Tallinn del mese scorso, Giulietto Chiesa racconta in un’intervista a “La Voce della Russia” il suo recente viaggio in Estonia, accompagnato dall’operatore di Pandora TV, Adalberto Gianuario, e dalla senatrice italiana Paola De Pin.


Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto a recarti nuovamente in Estonia?

“In Estonia ci sono venuto perché quello che mi è accaduto in dicembre è un episodio emblematico e senza precedenti che mette in discussione i principi fondamentali dell’Europa. Il problema non riguardava soltanto me stesso e l’essere stato fermato, perquisito, gettato in camera di sicurezza e infine espulso, ma un principio giuridico valido per tutti i cittadini europei che devono essere liberi di muoversi sul territorio dell’Europa senza limitazioni. Questo è il principio della cittadinanza europea, un principio fondamentale dei diritti democratici sanciti dai trattati europei. Io ho voluto che venissse confermato questo principio e quindi ho deciso di ritornare in Estonia non appena fossi stato giuridicamente in condizione di farlo, e, nello stesso tempo, ho deciso di venire a vedere se mi avrebbero fermato una seconda volta e se mi avrebbero espulso. Ciò non è avvenuto e questo significa semplicemente che avevo ragione. In questo modo ho potuto affermare un principio. Ora si potrà continuare a discutere tranquillamente delle possibilità di attuazione dei principi.

C’è una seconda parte che io intendo portare avanti, cioè quella giuridica. Io esigo che le decisioni che mi hanno riguardato siano cancellate in quanto illegali e mi muoverò perché questo avvenga. Ho pertanto fatto il primo ricorso al Tribunale Amministrativo di Tallinn per chiedere l’annullamento della decisione precedente. Inoltre farò un secondo ricorso riguardante le offese che mi sono state mosse. Le accuse che hanno motivato una decisione illegale sono, a loro volta, non solo illegali ma costituiscono anche delle offese rivolte alla mia persona e alla mia professione. In particolare, sono stato accusato di avere sostenuto e incoraggiato il genocidio del popolo estone ma quest’affermazione dev’essere dimostrata. Personalmente la ritengo calunniosa oltre che indimostrabile. Per tale motivo agirò legalmente contro il governo estone per calunnia e diffamazione e lo farò difronte a un tribunale estone, anche per verificare fino a che punto le istituzioni giuridiche estoni lavorano corrispondentemente ai criteri di democrazia sanciti dalla costituzione europea. Il terzo passaggio per me inevitabile, nel caso in cui non saranno state presentate modifiche da parte delle istituzioni estoni, sarà quello di fare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo attraverso un esposto che raccoglie l’intera esperienza. Ritengo fortemente che questo è quello che bisogna fare perché si tratta di una questione che riguarda non me personalmente – come ho detto prima - ma la cittadinanza europea nel suo complesso. Quindi è necessario che anche l’Europa, attraverso la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, si pronunci. In questo modo, mediante questi passaggi, anche burocratici, tutti potremo misurare la qualità della democrazia europea”.

Secondo il portavoce del Ministero degli Interni estone, il tuo obiettivo sarebbe stata la ricerca di provocazione e di attenzione, mentre lo stesso Ministero in un comunicato pubblico e ufficiale ha dichiarato che reiterando il divieto d'ingresso (valido dal 13 dicembre 2014 al 13 gennaio 2015) avresti avuto la possibilità di violarlo nuovamente (in dicembre a Chiesa non era stato comunicato dalle autorità estoni il divieto d’ingresso come persona ‘non grata’ prima del suo arrivo). Ciò avrebbe arrecato allo stato estone un danno maggiore a quello provocato consentendoti di relazionare alla conferenza ‘Ma la Russia è nemica dell’Europa?’ Come giudichi queste dichiarazioni?
“In primo luogo, quest’ultima dichiarazione è una critica esplicita nei confronti dell’autorità che mi ha impedito di fare la conferenza pechè loro stessi dicono che mi è stata offerta la migliore delle occasioni per tingere di nero lo stato estone. Non ho firmato io quel decreto e quindi risolvano da soli il problema. Personalmente, considero quest’affermazione un’autocritica delle istituzioni estoni. La comunicazione del portavoce del Ministero degli Interni, invece, è un’accusa di cui le stesse istituzioni si devono fare carico nei miei confronti, perché definire ‘provocazione’ una conferenza significa dire che questa conferenza non deve tenersi. Infatti, c’è una contraddizione. Se si ritiene che una conferenza è una provocazione allora si dovrebbe decidere e rendere pubblico il fatto che un’opinione è una provocazione. Io non sono e non ero sicuramente in grado di sovvertire l’ordine costituzionale dell’Estonia con una conferenza quindi ciò significa che si è messo in discussione il diritto di un cittadino europeo di esprimere il suo punto di vista pubblicamente in casa propria, perché, in base ai principi giuridici dell’Europa, l’Estonia è la mia casa, come lo è l’Italia, come lo è la Francia, come lo è qualunque parte della nuova configurazione statale che si chiama Europa. Perciò, se io non posso parlare neanche in casa mia, allora bisogna decidere chi è che ha il diritto di parlare. Siamo un po’ in una situazione simile a quella orwelliana.”

Come mai la conferenza di venerdì scorso si è svolta nella città di Maardu invece che a Tallinn, come previsto dall’associazione culturale Impressum che ti ha invitato?
Le due conferenze - dallo stesso titolo - avrebbero dovuto svolgersi entrambe a Tallinn. La prima fu impedita in dicembre. La seconda non è stata impedita e tuttavia io presumo ci siano state o pressioni o intimidazioni più o meno dirette verso le strutture che dovevano ospitarla tant’è che due tra i più importanti alberghi della città di Tallinn, l’Hotel Radisson Blu Olympia, della catena Radisson, e l'Hotel Meriton e Viru - ringrazio comunque la sorte per avermi concesso un soggiorno in uno splendido hotel 5 stelle nel centro storico di Tallinn- hanno rifiutato e di dare la sala per la conferenza e addirittura di darci la camera per l’alloggio. Resta il fatto che questi alberghi e altre istituzioni politiche hanno rifiutato la sala perché temevano ripercussioni politiche, disordini e chissà quali cose. Il dato rilevante è che il rifiuto all’alloggio non è avvenuto solo a me, ma anche ai miei accompagnatori, Adalberto gianuario, operatore di Pandora TV, e Paola De Pin, senatrice al Parlamento italiano, e quindi rappresentante delle istituzioni italiane. Così la conferenza si è svolta nella città di Maardu, situata a una ventina di chilometri da Tallinn, in una sala in cui non c’era la polizia nè contestatori, bensì un grande pubblico molto interessato a conoscere il mio punto di vista”.

Infine, una domanda di stretta attualità politica. Come valuti la vittoria di Tsipras alle elezioni greche avvenuta ieri?
“Considero che la vittoria di Tsipras sia strepitosa. Si tratta di un grande evento perché per la prima volta mette un paese dell’Unione Europea nelle condizioni di avere un governo che apertamente contraddice la linea delle politiche dell’UE e ne chiede una modifica. Per la prima volta Bruxelles e la Troyka si troveranno di fronte un ostacolo serio alla loro aggressione contro i popoli europei. Questo è un cambiamento importantissimo e radicale che muta la prospettive dei prossimi anni. Bisognerà ora vedere tante cose, come l’Europa di Bruxelles risponderà a questa situazione, come riuscirà Tsipras a portarsi dietro l’opinione pubblica greca, come reagiranno gli altri paesi dell’Europa, perché questa vittoria di Syriza è una vittoria elettorale che modificherà anche una parte dell’opinione pubblica europea. Tutto questo è da vedere perché sono certo che Tsipras sarà sottoposto a una micidiale pressione affinchè non riesca a ottenere nulla o pochissimo e quindi perché si rivolti contro di lui una parte dell’opinione pubblica che lo ha votato. Non posso quindi prevedere che per Tsipras saranno anni lieti e facili; tuttavia ritengo che questa sarà una grande svolta con enormi influenze.

Ciò detto, ho letto molti commenti che sono apparsi in calce alla mia dichiarazione sulla pagina Facebook inerente alla vittoria di Tsipras e con grande stupore ho visto che la quantità delle persone che non capiscono quasi nulla di politica è molto alta, c’è come una specie di rigurgito e di sospetto nei confronti di Tsipras in persona e di quello che è accaduto in questi due giorni di elezioni. Io ritengo che, da un lato, ciò sia una gigantesca illusione di una parte degli europei che non capiscono quello che sta accadendo e, d’altra parte, che questo è l’inizio dell’attacco contro Tsipras. In questi commenti si vede già la mano di un’operazione che punta a coprire d’insulti, di sospetti, di fastidio quello che sta facendo Tsipras. E’ l’inizio dell’attacco. Già so perfettamente che Tsipras sarà sottoposto a un fondamentale, sistematico, multilaterale attacco per demolirlo. E’ quello che accade negli interessi dei potenti europei che non vogliono ci sia nessun cambiamento. Proviamo a immaginare cosa stanno pensando e facendo al centro del Potere mondiale, a Washington, alla City of London, quelli di Goldmans Sachs e compagnia dominante. Cominceranno i ricatti, le minacce, gli sgambetti.

Per questa ragione io sto in questo momento dalla parte di Tsipras senza nessuna esitazione”.

Tratto da: italian.ruvr.ru

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