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di AMDuemila
Il Gip di Palermo ha archiviato il troncone dell’inchiesta sulla Trattativa Stato-Mafia in cui era coinvolto il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, accusato di violenza a corpo politico dello Stato. La notizia è emersa durante l’udienza di oggi del processo d’Appello sul patto tra Cosa nostra e alti vertici dello Stato che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Palermo, presieduto dal giudice Angelo Pellino. Il decreto di archiviazione, che accoglie la richiesta della Procura, è stato depositato oggi. Per il giudice delle indagini preliminari il reato contestato al boss è prescritto, come anche sostenuto dai pm. Dopo le dichiarazioni del super pentito Gaspare Spatuzza e le intercettazioni nel carcere di Ascoli nel 2017, dove Graviano era detenuto, i magistrati iscrissero il capomafia nel registro degli indagati. Secondo gli inquirenti Graviano, dal 1994 al carcere duro, avrebbe "contribuito, con condotte certamente rilevanti, alla elaborazione ed alla successiva esecuzione del piano di intimidazione violenta ai danni delle istituzioni dello Stato". A fissare i termini della prescrizione è stata la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Palermo, preceduta da Alfredo Montalto, in cui il 20 aprile 2018 aveva condannato per lo stesso reato contestato a Graviano, gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, i boss Leoluca Bagarella e Antonino Cinà. Mentre Massimo Ciancimino è stato condannato a otto anni per calunnia nei confronti dell’ex capo della Polizia Gianni de Gennaro. Nel provvedimento i giudici stabilirono che il reato di minaccia a corpo politico dello Stato, alla luce della legge più favorevole all'indagato, si prescrive in 20 anni, che decorrono dal primo atto interruttivo della prescrizione. I magistrati hanno sostenuto che il contributo del capomafia di Brancaccio abbia avuto inizio nel 1991 e sia terminato col suo arresto, nel gennaio del 1994. La prescrizione decorre dal '94 dunque e si interrompe con l'interrogatorio a cui il boss fu sottoposto il 28 marzo 2017.

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