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graviano giuseppe 600 effIl presidente Montalto ha accolto la richiesta dei pm
di Aaron Pettinari

Le intercettazioni in carcere tra il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano e il compagno d’ora d’aria, il camorrista Umberto Adinolfi, entrano ufficialmente nel processo trattativa Stato-mafia. Questa mattina, infatti, il presidente della Corte d’assise di Palermo, Alfredo Montalto, ha accolto in parte la richiesta dei pm di acquisire le conversazioni tra i due boss (registrati quando erano detenuti al carcere di Ascoli Piceno) e quella tra lo stesso capomafia siciliano e la moglie, in cui si parla del concepimento in carcere del figlio del capomafia di Brancaccio. Un passaggio importante perché in altra conversazione il boss aveva confidato al camorrista di avere incontrato e messo incinta la moglie mentre era detenuto al 41 bis.
In totale, su trentadue che l’accusa avrebbe voluto acquisire, la Corte ne ha ammesse 21, mostrando l'intenzione di ritenere rilevante per il processo, ormai alle battute finali, l'argomento sollecitato dalla procura.
Dialoghi dal contenuto esplosivo con Graviano che tira in ballo pesantemente l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Berlusca mi ha chiesto questa cortesia... per questo c'è stata l'urgenza. Lui voleva scendere... però in quel periodo c'erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa" diceva alla sua “dama di compagnia”. E poi ancora: “Berlusconi quando ha iniziato negli anni '70 ha iniziato con i piedi giusti, mettiamoci la fortuna che si è ritrovato ad essere quello che è. Quando lui si è ritrovato un partito così nel '94 si è ubriacato e ha detto 'Non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato'. Pigliò le distanze e ha fatto il traditore".
Il boss è indagato, sempre per attentato a corpo politico dello Stato, nell’ambito di un altro filone di indagine e lo scorso 28 marzo, quando i magistrati gli hanno contestato il contenuto delle intercettazioni, si è avvalso della facoltà di non rispondere spiegando di essere “distrutto fisicamente e psicologicamente con tutte le malattie che ho perché da 24 anni subisco vessazioni denunciate alla procura, entrano in stanza mi mettono tutto sottosopra ... mentre cammino perdo l'equilibrio e mi è stata diagnosticata una patologia per la quale perderò la memoria".
Adesso però la corte ha anche ammesso la sua testimonianza al processo. Cosa farà “Madre Natura?”.
Sempre oggi la Corte ha stabilito di respingere, in quanto “irrilevante”, la richiesta dell’avvocato Milio, difensore degli imputati Mori e Subranni, di sentire il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Ammesse, invece, le deposizioni del pentito Ciro Vara, dell'ex capo del Sismi Nicolò Pollari e della guardia penitenziaria che avrebbe sentito dichiarazioni del boss Totò Riina, pure imputato al processo, sui rapporti tra Vito Ciancimino e Licio Gelli. Respinti invece l'acquisizione della cartella clinica di Riina e i confronti tra Paolo Cirino Pomicino, Vincenzo Scotti e Giuliano Amato.

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