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mannino calogero servizio pubblicodi Aaron Pettinari
La corte ammette la testimonianza di Filippo Graviano

Udienza lampo all’aula bunker dell’Ucciardone per il processo trattativa Stato-mafia. Oggi doveva essere il giorno delle deposizioni dell’ex ministro della Dc, Calogero Mannino, e di Francesco Messina ma entrambi non erano presenti. Il politico, coimputato e assolto in primo grado nel procedimento con il rito abbreviato (con la Procura di Palermo che ha già presentato il ricorso in appello), era stato citato dalla difesa di Mori e Subranni, imputati con l'accusa di minaccia a Corpo politico dello Stato. La raccomandata con la citazione, è stata inviata una decina di giorni fa ma non ha avuto alcuna risposta. Così l'ex ministro non si è presentato. Diversamente Messina ha certificato il proprio impedimento. Entrambi verranno nuovamente chiamati a deporre per l’udienza che si terrà il prossimo 16 marzo, data in cui verrà ascoltato anche l’ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, autore di una telefonata con il faccendiere Luigi Bisignani.
Prima di rinviare l’udienza al prossimo 2 marzo (quando verranno ascoltati l'ex ministro Carlo Vizzini e il vicecapo della polizia Luigi Savina) il presidente della corte d'Assise, Alfredo Montalto, ha sciolto alcune riserve revocando, “perché superfluo”, l’esame del teste Alessandro Pansa e rigettando la richiesta di audizione di Silvia Della Branca, direttrice del carcere di Tolmezzo. Invece è stata ammessa la testimonianza del boss di Brancaccio Filippo Graviano, detenuto al 41 bis. Quest’ultimo verrà ascoltato sulle confidenze che avrebbe fatto al collaboratore di giustizia Giuseppe Di Giacomo, durante il periodo di codetenzione, in particolare sul contenuto del papello.
La corte ha poi ammesso la richiesta dei legali dell'ex ministro degli Interni, Nicola Mancino, di sentire l'ex ministro Paolo Cirino Pomicino e l'ex esponente Dc Gerardo Bianco (che saliranno sul pretorio il 28 aprile) ed il sociologo Pino Arlacchi, che verrà esaminato il 21 aprile.

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