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ciampi carlo azeglio afp raigo pajulaSul 41 bis, il cambio di vertici al Dap e le stragi
di Aaron Pettinari e Miriam Cuccu
Le agende di Carlo Azeglio Ciampi nel periodo in cui era Presidente del Consiglio saranno acquisite agli atti del processo trattativa Stato-Mafia. A sciogliere la riserva è stato questa mattina il presidente della Corte d'assise di Palermo Alfredo Montalto, che ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri. Le agende personali dell'ex presidente, conservate nell'archivio storico del Quirinale, si riferiscono al periodo che va dal 28 aprile '93 al 10 maggio '94. L'acquisizione è limitata, ha specificato Montalto, "alle parti contenenti annotazioni riguardanti i tempi delle carceri e dei provvedimenti relativi al 41 bis", alla "sostituzione del direttore del Dap Nicolò Amato, alla nomina dei dottori Adalberto Capriotti e Francesco Di Maggio a direttore e vicedirettore del Dap, alle stragi mafiose e più in generale al fenomeno mafioso".
La scorsa udienza era stato depositato il verbale di interrogatorio di Ciampi, datato 2010. In quell'occasione l'ex presidente ribadì i timori avuti nella notte delle bombe di Milano e Roma nell’estate 1993, invitando espressamente i pm a consultare le agende personali di quel periodo.
Sui temi per cui le agende di Ciampi (deceduto lo scorso settembre) sono state ammesse, hanno spiegato i giudici, è in corso un'ampia e approfondita istruttoria dibattimentale "vista la centralità, se non l'indispensabilità" che, per la pubblica accusa, rivestono nel processo. "Tale acquisizione limitata all'arco temporale indicato - è stata la precisazione della corte - è ammissibile perché, pure se i documenti sono custoditi al Quirinale, non riguardano minimamente le attività che quest'ultimo avrebbe svolto in qualità di Presidente della Repubblica", carica ricoperta "soltanto dopo molti anni, dal 18 maggio 1999 fino al 2006", ma quella di presidente del Consiglio dei ministri. Per questo "può escludersi la sussistenza delle preclusioni ricavate dalla sentenza della corte costituzionale" emessa a seguito del conflitto di attribuzioni tra il Quirinale e la Procura di Palermo sulle intercettazioni delle telefonate tra Giorgio Napolitano e Nicola Mancino, in merito "alla riservatezza delle comunicazioni informali del Capo dello Stato". "Anche nel corso di questo dibattimento già molteplici testimoni", ha quindi affermato Montalto, "hanno deposto e riferito il contenuto di incontri e colloqui avuti con Scalfaro", tra cui Giuliano Amato.
Non ci sono impedimenti all'acquisizione, hanno aggiunto i giudici, nemmeno delle annotazioni che dovessero riguardare dialoghi tra Ciampi e Oscar Luigi Scalfaro, allora presidente della Repubblica, "in quanto redatte da soggetto diverso da quest'ultimo". Si è inoltre appreso che le agende sono già state visionate dalla Procura, che non ha smentito la circostanza, e che il Quirinale da parte sua non ha opposto alcun segreto di Stato.

Foto © AFP / RAIGO PAJULA

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