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dellutri marcello big7di Aaron Pettinari
Il dettaglio è emerso stamattina al Processo trattativa

Marcello Dell'Utri si trovava a Roma, all'Hotel Majestic, nei giorni in cui Cosa nostra organizzava l'attentato allo stadio Olimpico e “Madre natura”, Giuseppe Graviano, incontrandosi con Gaspare Spatuzza al bar Doney fece i nomi di Berlusconi e Dell'Utri all'ex boss di Brancaccio e che “grazie a loro c’eravamo messi il Paese nelle mani”.
E' questo il dato emerso oggi in aula al processo trattativa Stato-mafia durante l'esame dei luogotenenti Massimo Cappottella e Sandro Micheli, in servizio presso il Centro Operativo DIA di Firenze che hanno svolto in particolare accertamenti su quel famoso incontro al bar di via Veneto, ma non solo. “Avevamo anche il compito di fare un'analisi di riscontro anche riguardo alle attività che si svolgevano a Roma in quel periodo – hanno spiegato i due luogotenenti rispondendo alle domande dei pm Di Matteo, Del Bene e Tartaglia – svolto anche nell'ambito del sorgente movimento politico del 1994, Forza Italia. Analizzando un altro procedimento emergeva come a Roma vi fossero stati degli incontri all'hotel Majestic, dove si ricevevano persone per formare le liste elettorali di quella nuova forza politica che si presentava”. Il 22 gennaio 1994, infatti, si doveva svolgere proprio una Convention e, secondo gli accertamenti, l'arrivo di Dell'Utri presso l'Hotel è il 18 gennaio. Dai dati raccolti dagli investigatori, però, non si sa quando l'ex senatore ha lasciato la struttura. Altro dato certo è che in quei giorni il gruppo Fininvest aveva messo a disposizione dei propri dipendenti una vera e propria “flotta aerea” con diversi voli che si erano sviluppati tra Roma e Milano ma il nome di Dell'Utri non comparirebbe nell'elenco dei passeggeri che hanno usato quei voli.
Altra curiosità è che l'Hotel Majestic dista poche centinaia di metri dal bar Doney, dove ebbe luogo il famoso incontro tra Spatuzza e Graviano.
Potrebbe esserci stato un incontro tra Giuseppe Graviano e Marcello Dell'Utri nei giorni precedenti? Non è dato saperlo ma è chiaro che la coincidente presenza di entrambi nella Capitale fa sorgere più di un sospetto. Spatuzza, quando racconta gli eventi del 21 gennaio parla del volto radioso del boss di Brancaccio. “Ci recammo presso il bar Doney, in via Veneto a Roma – aveva raccontato al processo trattativa - Già fuori c'era Giuseppe Graviano ad attenderci. Lui era latitante e sebbene sarebbe dovuto salire in macchina mi invita ad entrare al bar per consumare qualcosa. Aveva un'aria gioiosa e mi disse che avevamo ottenuto tutto quel che cercavamo grazie a delle persone serie che avevano portato avanti la cosa. Io capii che alludeva al progetto di cui mi aveva parlato già in precedenza, in un altro incontro a Campofelice di Roccella”. “Poi – aveva proseguito – aggiunse che quelle persone non erano come quei quattro crasti (cornuti, ndr) dei socialisti che prima ci avevano chiesto i voti e poi ci avevano fatto la guerra”. “‘Ve l’avevo detto che le cose sarebbero andate a finire bene’”, avrebbe detto Graviano. “Poi – aveva continuato – mi fece il nome di Berlusconi. Io gli chiesi se fosse quello di canale 5 e lui rispose in maniera affermativa. Aggiunse che in mezzo c’era anche il nostro compaesano Dell’Utri e che che grazie a loro c’eravamo messi il Paese nelle mani. E per Paese intendo l'Italia”. I due luogotenenti della Dia hanno quindi riscontrato anche i dati forniti da Spatuzza sulla preparazione dell'attentato all'Olimpico, sul furto delle targhe, sull'utilizzo di una Lancia Thema portata da Palermo, e sulla stessa presenza dell'ex boss di Brancaccio, confermata dall'attivazione del suo cellulare a Roma tra il 16 e il 21 gennaio 1994. Ed è nell'incontro al bar Doney che Graviano dà l'ok per proseguire con il progetto d'attentato, dove si dovevano colpire i carabinieri, e che si sarebbe dovuto verificare il 23 gennaio 1994, in occasione della partita tra Roma ed Udinese. Solo un problema tecnico ha evitato la nuova strage. Il 27 gennaio, poi, i fratelli Graviano vengono arrestati a Milano. E forse non è un caso che la stagione delle stragi, da quel momento in poi, ha fine.

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