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penna-foglio-effdi Lorenzo Baldo e Aaron Pettinari - 2 luglio 2015
Proseguendo la ricostruzione di quegli appunti ritrovati nel block notes nel 2007 il teste Guglielmo sasinini ha chiarito che in merito al riferimento “Ev trattativa” la stessa sta per eventuale. Sull’abboccamento tra Mori e Berlusconi vi è poi un altro riferimento.
“Berlusca dice a Mori ‘alleiamoci. Contro Caselli e la sinistra che rompono i coglioni“. Sempre negli stessi appunti si parla poi di Mori che incontra Ciancimino a Piazza di Spagna e chiede di avere un contatto con Cosa nostra. E poi ancora: “Pare che Ciancimino parli con Brusca e Brusca gli consegna il papello cioè gli accordi per la trattativa con il futuro governo”. “Poi - ha riferito il giornalista - ho trovato ampi riscontri da colleghi come La Licata su quell’incontro a Piazza di Spagna. Anche in riferimento a Brusca…”.
Durante la sua deposizione il teste ha riferito di aver incontrato Mori in alcune occasioni quando lo stesso venne trasferito a Milano per comandare la Legione dei Carabinieri di Milano, poi lo avrebbe rivisto al Sisde. “E’ una persona che stimo molto, anche in riferimento all’arresto di Riina”. Proprio su un articolo pubblicato nel 2008 su Libero dal titolo “Lo stato mortifica chi lotta sul serio la mafia” sono state fatte alcune domande dal pm Teresi. L’articolo, scritto con particolare enfasi, parlava in particolare dell’arresto di Riina. “Dopo mesi gli indiani scovarono e catturarono Riina (…)- scriveva il teste - io condivisi con Mori l’estenuante attesa della vigilia, quando il pacco stava per essere consegnato”.
“Si tratta di un lirico - ha spiegato il teste - mai nessun ufficiale dei carabinieri avrebbe portato un giornalista in un’operazione. Nel ’93 forse avrò incrociato Mori in una riunione, conoscevo meglio La Barbera. Tornando all’articolo ricordo che quando Feltri mi chiese di mettere giù come ricordo la ricostruzione erano in corso attacchi…” A quel punto Teresi ha incalzato: “Lei nel 2008 dice di aver conosciuto Mori nel ’93 e prima ha detto che lo ha incontrato quando si è insediato al Sisde”. E Sasanini ha risposto: “Quello fu un editoriale inventato. Quando vado a sostenere la tesi ‘ce lo hanno consegnato’… un commento… Era per esprimere una mia vicinanza… l’arresto di Riina segnò una tappa importante”. Alla domanda se il direttore Feltri fosse a conoscenza di ciò il teste ha risposto in maniera affermativa dicendo che lo stesso sapeva il vice Sallusti.
In merito alla “consegna del pacco” il giornalista (oggi in pensione) ha aggiunto: “Trassi dalle voci dell’epoca per dire: Riina ti è stato consegnato… mi ricordai del “pacco”… Riina consegnato alla stregua di un pacco… Non è che scrivo un articolo perché amico di Mori…”.


Processo trattativa, Sasinini: “Il riferimento ad ‘abboccamento Berlusconi-Mori’? C’è molto agli atti di Firenze”
di Lorenzo Baldo e Aaron Pettinari - 2 luglio 2015

Rapporto mafia appalti, trattativa. Sono alcune delle parole scritte da Sasinini nel block notes sequestrato nel 2007 dalla Procura di Milano. Facendo anche ricorso ad alcuni appunti effettuati per i propri legali dopo l’interrogatorio a Palermo del settembre 2011 il teste ha aggiunto ulteriori elementi sulla sua ricostruzione: “Nella parte delle parentesi quadre dove c’è scritto DD intercetta Lo Forte qui presumibilmente è De Donno che studia le mosse della Procura e di Lo Forte perché volavano accuse pesantissime. Su Mafia appalti ricordo che un investigatore della Finanza mi disse che era un rapporto esplosivo e che c’era il gotta dei colletti bianchi della guardia di finanza. Invece fu La Licata a spiegarmi che Siino era pentito e che era gestito dalla finanza”. Il teste ha poi riferito di non aver mai saputo di una doppia estensione del rapporto Mafia appalti: “Ho sempre seguito tutti gli atti giudiziari, la trattativa legata, e me la confermò anche il giudice Di Maggio quando era al Dap, all’alleggerimento del regime…”.
Teresi ha poi chiesto spiegazioni in merito all’appunto dove è scritto “in quel periodo’93 probabile abboccamento tra Berlusconi e Mori”. “C’è molto agli atti della procura di Firenze dopo la strage dei Georgofili - ha risposto il teste - Ci sono le preoccupazioni di Vigna che diceva di cercare i mandanti a volto coperto. Ricordo lunghe chiacchierate informali con Vigna, Di Maggio. Io avevo l’abitudine di dedurre, spesso, su mille fonti che arrivavano in maniera lecita e confrontandomi con colleghi più esperti in materia, queste cose non si tramutavano in articoli”.


Processo trattativa, Sasinini: “Ricordo un forte attrito tra De Donno e Lo Forte”
di Lorenzo Baldo e Aaron Pettinari - 2 luglio 2015

E’ iniziato questa mattina l’esame del teste Guglielmo Sasinini, giornalista (oggi in pensione) di Famiglia Cristiana. In seguito ad una perquisizione disposta nel 2007 dalla Procura di Milano nell’ambito del processo Telekom vennero rinvenute due pagine di appunti in cui si parlava di un’“eventuale Trattativa” a favore di “un futuro governo” e di contatti tra l’allora ufficiale del Ros Mario Mori e Ciancimino. Ed è su queste due paginette che si procede con l’esame. “Si tratta di materiale per un servizio che stavo preparando - ha spiegato in aula Sasinini - Come ogni giornalista della mia generazione abbiamo l’abitudine di scrivere tutto e il contrario di tutto. Ho fatto un lavoro mnemonico di ricostruzione. La fonte può essere la più disparata. Non posso dire se è una conversazione telefonica o appunti presi da altri colleghi, Cavallaro e La Licata erano i miei punti di riferimento”. Rispondendo alle domande del pm Vittorio Teresi, in aula con il sostituto Roberto Tartaglia, il teste ha cercato di ricostruire la natura di questi appunti. “Al primo rigo del foglio 13 - ha chiesto Teresi - si legge DD tiene le reti per Palermo ’95-’96 lavorava al rapporto mafia e appalti. Caselli che lo dà a Lo Forte. Chi è DD?”. E Sasinini ha risposto: “Io uso il DD come citazione “da discutere” o “da definire” con la direzione. L’ordine di Famiglia Cristiana era di verificare tutte le fonti. Qui trovo una collocazione che va dal rapporto mafia e appalti che creò un forte attrito tra il Ros con De Donno e la Procura nella veste di Lo Forte, ci furono accuse pesantissime. A quel rapporto era pervenuto un alto ufficiale che mi disse ‘questo è un rapporto esplosivo’ in quanto c’erano i colletti bianchi. Lo Forte era molto amareggiato. Ma può anche essere De Donno”. Negli appunti vi sono poi riferimenti anche sul suicidio del maresciallo Lombardo: “Lombardo si uccide ufficialmente perché non è stato supportato dall’Arma ma probabilmente perché nella guerra Arma Procura possibile talpa della mafia, quello che avrebbe passato il dossier”. In merito Sasinini ha detto: “Lombardo si uccide il 4 marzo 1995. Poiché Lombardo diceva che era stato lasciato solo, aveva molta paura per la famiglia. La spiegazione che mi venne sussurrata da investigatori era che lo esposero troppo. Erano gli anni dei veleni, c’era la caccia alle talpe, l’immagine che viene data è ufficiale dei CC che lavora a inchiesta importante e viene lasciato solo. E’ vero che è così terrorizzato da andare in pizzeria e poi rientrare in caserma e suicidarsi”.



Stato-mafia, una nota parlò di “papello” e trattativa
di AMDuemila - 2 luglio 2015

All’udienza di oggi Guglielmo Sasinini ed Elisabetta Belgiorno
C’è un manoscritto, sequestrato dalla Procura di Milano nel 2007, che parla di un’“evenienza Trattativa” a favore di “un futuro governo” e di contatti tra l’allora ufficiale del Ros Mario Mori e Ciancimino. Quelle parole, al tempo scritte dal giornalista Guglielmo Sasinini (chiamato a testimoniare al processo trattativa Stato-mafia) saranno al centro dell’udienza di oggi all’Ucciardone di Palermo.

“Ev. Trattativa”, così inizia la nota scritta nel block notes, dove “ev.” sta per evenienza. “Berlusconi – continua Sasinini – dice alleiamoci contro Caselli (Gian Carlo Caselli, Procuratore di Palermo fino al 1999, ndr) e la sinistra che rompono i coglioni a me e a te”. Poi il giornalista passa a parlare dei contatti tra Mori e Ciancimino: “Mori incontra Ciancimino a Roma in Piazza di Spagna e gli chiede di avere un contatto con C. Nostra. Pare che Ciancimino parli con Brusca e Brusca gli consegna il "papello"- 41bis, cioè gli accordi per la trattativa con il futuro governo”. “Pare che vari pentiti (forse anche Brusca) – si legge ancora a conclusione del manoscritto – dicono che la trattativa Mori-mafia era stata fatta per conto del futuro governo Berlusconi”. Parole che combacerebbero alla perfezione con l’impianto accusatorio del dibattimento in corso, ma scritte molto prima che prendesse il via l’attuale processo. Il documento, infatti, può essere stato scritto in un lasso di tempo tra il 1996 (quando Brusca inizia a collaborare con la giustizia) fino a quando Caselli non lascia la Procura di Palermo, cioè nel settembre ’99. Proprio negli anni precedenti, tra l’altro, Berlusconi era indagato per mafia dalle procure di Palermo e Firenze, cosa che spiegherebbe il suo astio nei confronti dell’allora procuratore del capoluogo siciliano.

Sasinini, collaboratore per Famiglia Cristiana, Narcomafie e poi Libero, come poteva sapere però di circostanze emerse solo molti anni dopo? Certo è che poteva vantare di stretti contatti con Mori e Francesco Di Maggio, vice al Dipartimento di amministrazione penitenziaria dal giugno ’93, e con lo 007 Umberto Bonaventura. I quattro, secondo un verbale di interrogatorio dell’ispettore della polizia penitenziaria Nicola Cristella, erano soliti “cenare quasi tutte le sere nell’estate delle bombe del ’93”. Un rapporto particolarmente vicino, tanto che Giuliano Tavaroli, ex capo della security della Telecom per il quale il giornalista lavorò dagli inizi degli anni 2000, dirà di Sasinini: “Era la persona di riferimento con il Sisde perché molto legato a Mori”. Sui contatti con Di Maggio, all’udienza odierna, verrà sentita anche Elisabetta Belgiorno, nello specifico per quanto riguarda gli incontri con il numero due del Dap nel ‘93 al Ministero degli Interni.

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