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di Lorenzo Baldo - 16 ottobre 2014

Il pentito conferma l’esistenza delle due versioni dell’informativa “mafia e appalti”. Sei mesi prima di essere arrestato gli venne fatta leggere la versione che conteneva il nome dell’ex ministro successivamente fatto sparire nella versione “ufficiale”.

“Nel rapporto che vidi sei mesi prima di essere arrestato c’era il nome di Mannino. In quel rapporto Mannino veniva indicato come il ‘gestore’ di quella che era la gestione illecita di appalti ben determinati”. Le parole di Angelo Siino arrivano dal sito riservato collegato in video conferenza all’udienza odierna del processo sulla trattativa. E’ un’importante conferma quella del collaboratore di giustizia: c’erano due rapporti “mafia e appalti”, di fatto ad uso e consumo del Ros che, così facendo, avrebbe protetto Mannino e soci delegittimando la Procura di Palermo. Seppur a fatica, segnato da una malattia che lo costringe a interrogatori brevi, Siino risponde puntualmente alle domande del pm Nino Di Matteo.

Le dichiarazioni del pentito confermano quanto precedentemente esposto dal pm Roberto Tartaglia nella sua requisitoria al processo stralcio sulla trattativa (che si celebra in abbreviato) nei confronti dell’ex ministro Calogero Mannino. Dieci giorni fa Tartaglia aveva evidenziato l’esistenza di due informative del Ros su “mafia e appalti”. La prima era stata depositata dai Carabinieri il 20 febbraio 1991 ed era priva del nome di Mannino e di altri politici. La seconda, invece, era stata depositata un anno e mezzo dopo, il 5 settembre del ’92, a seguito di una “non prevista campagna di stampa che rischiava di far scoppiare lo scandalo”. Ed è nel secondo rapporto che emergevano i nomi di Calogero Mannino, Salvo Lima e Rosario (Rino) Nicolosi. Nella sua requisitoria Roberto Tartaglia  aveva sottolineato che la seconda informativa conteneva acquisizioni investigative su Mannino e su quegli stessi politici di un anno antecedenti alla data del primo rapporto “mafia e appalti”. Un’evidente contraffazione. Le omissioni effettuate nell’interesse di Mannino e Nicolosi sarebbero state quindi “frutto di preliminari intese con gli stessi Nicolosi e Mannino, che avevano contattato i Carabinieri?”, si era chiesto il pm. La domanda su chi, nel Ros, avrebbe potuto avere la forza di epurare quella informativa per proteggere Mannino rimanda palesemente ad un’unica risposta: l’allora comandante Antonio Subranni, la cui amicizia con Calogero Mannino non è un mistero per nessuno. Dal canto suo Siino racconta la genesi di quella sua conoscenza illegittima di un atto giudiziario. E i protagonisti di questo ambiguo e pericoloso affaire sono diversi. “Uno dei primi che me lo mostrò fu Salvo Lima”, spiega l’ex boss, aggiungendo che l’ex europarlamentare, prima ancora di consegnarglielo, gliene aveva già parlato. “Salvo Lima mi disse che questo rapporto gli era stato dato, aggiungendo che dovevo stare attento in quanto c’erano personaggi che avevano intenzione di fregarmi e a lui dispiaceva perchè ero il suo unico referente nei grandi appalti nella provincia di Palermo”. Nel racconto dell’ex boss riaffiorano i personaggi che direttamente o indirettamente hanno avuto a che fare con la divulgazione di questa informativa: il maresciallo dei Carabinieri di Terrasini Antonino Lombardo e l’ex commerciante di vino Francesco Brugnano, entrambi suicidati in circostanze alquanto misteriose. “Il rapporto mi fu dato dal maresciallo Lombardo della stazione di Cinisi insieme a un personaggio che poi è scomparso (Brugnano, ndr). Lombardo mi disse che aveva la possibilità di farmelo leggere e di intervenire con certi personaggi per cercare di mitigare questa cosa”. Ma di quell'informativa Siino ne viene a conoscenza anche attraverso il consigliori di Provenzano Pino Lipari, il tenente Carmelo Canale tramite l’esponente della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo Francesco Messina “Mastro Ciccio” e l’ex maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli che, in maniera “informale”, prima di essere ucciso il 4 aprile del ’92, aveva collaborato con il Ros di Subranni, anche nell’inchiesta su “mafia e appalti”.
L’esame di Angelo Siino prosegue domani alle 9,30.

AUDIO
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