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20181105 corte udienza proc depistaggio borsellinodi Aaron Pettinari
Ministeri degli Interni e della Giustizia chiedono di essere ammessi come parti civili

È iniziato oggi davanti al tribunale di Caltanissetta, con la costituzione di nuove parti civili, il processo per il depistaggio delle indagini sulla strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e alla sua scorta. Imputati sono i tre poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, ex appartenenti del gruppo Falcone-Borsellino che indagò sull'attentato, che devono rispondere all'accusa di calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra.
Secondo l'accusa i tre poliziotti avrebbero avuto un ruolo nella creazione dei falsi pentiti generando il corto circuito che porta all'ingiusta condanna di otto persone per quell'attentato. Come era stato annunciato prima dell'udienza preliminare i ministeri dell'interno e della Giustizia hanno fatto istanza di costituzione di parte civile. In particolare il Viminale ha anche già anticipato la richiesta di una provvisionale da 60 milioni di euro per "danno di immagine subito dal reato di calunnia commesso dagli imputati".
La richiesta di costituzione di parte civile è stata presentata anche dal comune di Palermo, dai figli di Rita Borsellino, sorella del magistrato ucciso, da un altro dei figli dell'altra sorella di Borsellino, Adele, dai familiari dei poliziotti uccisi in quel terribile 19 luglio 1992 (Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina), dal poliziotto sopravvissuto alla strage, Antonino Vullo (assieme a lui anche i suoi familiari). La richiesta di parte civile è stata presentata anche dai familiari del boss Salvatore Profeta, oggi deceduto, che figura nell'elenco dei mafiosi ingiustamente accusati.
Durante l'udienza la difesa dell'ispettore Mario Bo ha nuovamente presentato eccezione di competenza territoriale chiedendo il trasferimento degli atti al Tribunale di Firenze. Un'eccezione che era stata rigettata dal Gup.

20181105 pm udienza proc depistaggio borsellino

La Procura di Caltanissetta, rappresentata in aula dal Procuratore Capo Amedeo Bertone e dal procuratore aggiunto Gabriele Paci, si è opposta. "Questo processo ha una genesi chiara - ha detto Paci - Alcuni servitori dello Stato non hanno reso un servizio allo Stato e fornito elementi per impedire che la verità venisse cercata. Ci sono stati due processi che si sono basati su presupposti falsi che hanno determinato la condanna di soggetti innocenti e la Corte d'Assise d'appello di Catania ha determinato la loro innocenza in ordine ai fatti della strage di via d'Amelio. È chiaro che questo percorso errato non sarebbe stato forse mai scoperto se non vi fossero state le dichiarazioni di Spatuzza nel 2008. Questo processo dunque non è una monade ma è connesso a ciò che è accaduto in precedenza e si lega inevitabilmente ai precedenti processi celebrati in questa sede giudiziaria. Per questo la competenza è del tribunale di Caltanissetta". L'udienza è stata poi rinviata al prossimo 26 novembre quando la Corte prenderà una decisione sul punto ed anche sulle parti civili. Dopo il rinvio è amaro il commento di Fiammetta Borsellino, presente oggi un aula: "Mi aspettavo che la Corte si pronunciasse già oggi. La richiesta di verità non può più aspettare. Vigileremo su questo processo, perché tante persone ancora non vogliono cercarla la verità".

Foto © ACFB

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