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aula tribunale0Decisione della Corte. La Procura ha sentito il pentito dopo le rivelazioni in un'intervista
di Aaron Pettinari
Gioacchino La Barbera sarà sentito a Firenze, assieme al neo pentito Cosimo D'Amato, al processo Capaci bis in trasferta Firenze il prossimo 29-30 ottobre. Lo ha deciso la Corte d'assise di Caltanissetta, presieduta da Antonio Balsamo, sentite le parti, sull'evenienza di sentire il collaboratore di giustizia di Altofonte, già escusso nel novembre 2014, al processo per la strage in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, in corso a Caltanissetta e che vede imputati Salvo Madonia, Vittorio Tutino, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo e Lorenzo Tinnirello.
Proprio ad inizio udienza, prima di sentire gli agenti di polizia giudiziaria che hanno compiuto gli accertamenti di indagine su quelle che erano state le prime dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, il pm Stefano Luciani ha chiesto di non ascoltare Gioacchino La Barbera durante la trasferta a Firenze in quanto, a seguito di un interrogatorio dello scorso 8 ottobre, lo stesso pentito ha smentito diversi punti dell'intervista che aveva rilasciato a La Repubblica in cui parlava della strage di Capaci ma anche fornendo alcuni elementi di novità rispetto in particolare rispetto all'omicidio Lima e lo svuotamento del covo di Riina con le carte che sarebbero state consegnate a Matteo Messina Denaro.

“Viene a mancare l'elemento di novità che giustificava una nuova audizione di La Barbera, già sentito durante le precedenti udienze – ha detto il pm Luciani – La circostanza della presenza di un soggetto che La Barbera indica come esterno e non conosciuto nel casolare di Troia è già stata riferita in corso dell'esame del novembre scorso e ribadisce che non è in condizione di dire se questo soggetto è esterno a Cosa nostra o meno, dice anche di non aver parlato di servizi. In merito alla circostanza del suicidio di Antonino Gioé non dice nulla di nuovo in quanto in controesame disse che lui sapeva che stava facendo dei colloqui investigativi”. “Inoltre – prosegue il pm - in merito alla riunione, riferita da Di Carlo, che già nel 1980 si pianificarono le stragi, laddove La Barbera dice che avrebbe saputo di generali e di incontri tra Riina ed ex ministri democristiani, all'ufficio ha ribadito di non aver mai detto nulla di simile ma di aver parlato di collusioni con un appartenente all'Arma dei carabinieri senza aggiungere nulla su riunioni con generali. Mentre di incontri con Mannino, ex ministro ha ampiamente già detto durante la sua collaborazione. Per quanto riguarda l'omicidio Lima dice di non saper nulla né tantomeno su appartenenti ai servizi segreti. Anche di questo non avrebbe parlato. Al massimo racconta di aver detto che dopo le stragi Biondino gli disse che c'era un gruppo di Cosa nostra sul Monte Pellegrino che monitorava Contorno. Ancora, anche sul confronto con Scarantino, laddove nell'intervista si dice che erano spariti verbali e registrazioni La Barbera ha specificato di aver avuto un unico confronto e che quando diceva spariti era per dire che non aveva avuto un esito processuale, non che fossero occultati o distrutti. Infine sulla vicenda del covo di Riina ha ribadito di aver saputo tutto dall'imprenditore Sansone. Quando dice che seguii le operazioni nell'intervista intendeva che seguiva per il tramite di Sansone, mentre invece non ha mai saputo che all'interno dell'autovettura consegnata ai trapanesi vi fossero i documenti di via Bernini”.
Il pm, che ha già avviato le procedure per l'acquisizione della registrazione audio dell'intervista, ha quindi ribadito che soltanto dopo l'attività istruttoria, con la verifica dell'intervista stessa, si sarebbe potuto procedere con un eventuale esame di La Barbera. I difensori degli imputati hanno comunque insistito nel chiedere l'audizione del pentito alla Corte aggiungendo anche di ascoltare la giornalista che ha realizzato il servizio. La Corte ha quindi emesso un'ordinanza dando il proprio benestare per La Barbera ma rigettando la richiesta di esame per la giornalista. Il processo è stato quindi rinviato a mercoledì prossimo.

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