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Arcangioli e la borsa di Borsellino
Durante l'arringa trova spazio anche la proiezione di un video in cui vengono ripercorsi gli accadimenti in via d'Amelio immediatamente dopo l'esplosione dell'autobomba ed in particolare dove viene ricostruita la vicenda dell'agenda Rossa. “Una vicenda – ha ricordato il legale – che parte nel 2005 con il contributo di ANTIMAFIADuemila la quale, anziché fare uno scoop, riferisce all'autorità giudiziaria la presenza in uno studio fotografico di una foto con un uomo che ha in mano la borsa di Borsellino”. Nelle immagini proiettate in aula tra i protagonisti si vedono l'ufficiale dei carabinieri Giovanni Arcangioli e l'allora onorevole Giuseppe Ayala. Repici mette in evidenza i comportamenti dei due testi: “Nelle immagini abbiamo visto Arcangioli, Ayala, e il colonnello Emilio Borghini, comandante del Gruppo dei carabinieri di Palermo. Il primo si allontana da via d'Amelio con in mano la borsa di Borsellino dove all'interno vi era l'agenda Rossa. Si vede anche un momento in cui Arcangioli parla con Borghini anche se in aula ha detto di non ricordare la sua presenza in via d'Amelio. Il modo di agire di Arcangioli non è proprio di qualcuno che sta compiendo delle investigazioni, come ci ha riferito. Del resto non c'è alcuna relazione di servizio che attesti questo”. Nel proseguo dell'arringa l'avvocato ha anche chiesto una revisione del processo contro Arcangioli che ha rinunciato alla prescrizione: “Lui, che ha avuto una notevole progressione di carriera, non ci ha detto cosa ha fatto della borsa. E' evidente che è lì in missione. E' andato lì sapendo che c'era la borsa e dopo l'esplosione la preleva. Non solo. Dice anche di aver appreso che le indagini erano state delegate ai carabinieri. Come poteva essere possibile? Lui ha rinunciato alla prescrizione e quella sentenza per cui è stato prosciolto in via definitiva può essere revocata”.
Quindi l'avvocato ha passato in rassegna anche le molteplici versioni rilasciate da Ayala, che ha detto di aver avuto per qualche attimo in mano la borsa di Borsellino, e quelle del giornalista Felice Cavallaro, “che mai, in nessuna ripresa compare al fianco o nelle vicinanze dello stesso Ayala”.
Repici ha evidenziato come sull'agenda rossa vi sia stata “una corsa tra carabinieri e polizia. Anche quest'ultima ci ha messo del suo. Lucia Borsellino ci ha raccontato la mostruosa reazione di Arnaldo La Barbera quando ha chiesto che fine avesse fatto l'agenda Rossa. E lo stesso La Barbera ha poi commentato che questa era sparita per combustione e che dentro non vi era scritto nulla di rilevante”.
Su Ayala Repici ha aggiunto: “Certamente non possiamo sospettare che sia stato lui ad aver trafugato l'agenda ma la sua condotta testimoniale non è stata sicuramente commendevole”.

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