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borsellino paolo c shobha effIl primo tira in ballo “faccia da mostro” sulla strage di via d'Amelio
di Aaron Pettinari e Francesca Mondin
Si riapre la fase dibattimentale al processo Borsellino quater. Il prossimo 19 ottobre, infatti, a salire sul pretorio saranno i collaboratori di giustizia calabresi, Antonino Lo Giudice, detto il “Nano”, e Consolato Villani. Lo ha deciso la Corte presieduta da Antonio Balsamo in seguito alla richiesta della Procura nissena e dell'avvocato Fabio Repici (legale di Salvatore Borsellino).
Una decisione inevitabile dal momento che proprio Lo Giudice, collaboratore di giustizia con un percorso abbastanza travagliato, lo scorso maggio, ascoltato dai magistrati di Palermo (Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia) e di Reggio Calabria (Giuseppe Lombardo), ha riferito di aver appreso dei fatti sulla strage di via d'Amelio. “È stato il poliziotto Giovanni Aiello, alias 'faccia da mostro', a far saltare in aria Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta" ha detto il pentito calabrese, aggiungendo che "fu lui a schiacciare il pulsante in via d’Amelio" e a confidarglielo è stato, ha precisato, "Pietro Scotto quando eravamo in carcere all’Asinara. E anni dopo me lo confermò Aiello in persona" e che "quando ho raccontato tutto sono stato minacciato dai servizi”.
Ovviamente il pentito non avrebbe parlato solo di questo ma anche di altre vicende come l'omicidio dell'urologo Attilio Manca, il fallito attentato all'Addaura o l'omicidio dell'agente Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, trucidati il pomeriggio del 5 agosto 1989.
A confermare i rapporti tra Aiello e Lo Giudice vi è la testimonianza del pentito Consolato Villani che verrà sentito all'aula bunker di Caltanissetta assieme al “Nano”.
Così, ancora una volta, la requisitoria del processo che vede imputati Salvo Madonia e Vittorio Tutino per strage, (per calunnia invece devono rispondere Scarantino ed Andriotta assieme a Calogero Pulci), si trova a subire uno slittamento.
Secondo quanto riferito dal Procuratore capo Bertone (alla prima apparizione in aula) “alla luce dei verbali trasmessi lo scorso 24 agosto dalla Procura di Palermo, sull'interrogatorio reso il 3 maggio 2016 davanti alle Procure di Palermo e Reggio Calabria e, spiace sottolineare senza la partecipazione dei pm di Caltanissetta, si sottolinea l'esigenza di sentire ed esaminare direttamente Lo Gudice e Villani”.
Dopo aver sentito le parti (unica ad opporsi all'esame è stata l'avvocato Rosalba Di Gregorio) la Corte dunque ha ammesso gli esami dei due collaboratori di giustizia ordinando anche l'acquisizione dei verbali illustrativi degli stessi, nelle parti concernenti la responsabilità degli imputati.
In apertura di udienza, inoltre, gli avvocati Flavio Sinatra e Cristina Alfieri, legali di Salvo Madonia e Vittorio Tutino, hanno chiesto al presidente della Corte Antonio Balsamo di astenersi dal trattare il processo visto che il magistrato ha anche presieduto l'Assise del processo Capaci bis (chiuso con la condanna di Madonia e l'assoluzione di Tutino) e non è stata depositata la motivazione di quella sentenza. Su questa richiesta la Corte deciderà successivamente.

Foto originale © Shobha

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