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L'intervista del candidato indipendente alla Casa Bianca a 'La Repubblica'

In Ucraina "chiuderei la guerra molto rapidamente". Da "avvocato ho negoziato oltre 500 cause e la prima regola è non rivelare la tua strategia. Secondo varie fonti, però, Zelensky aveva già firmato un accordo con Putin nel 2022, che ha cancellato su richiesta degli Usa, perché volevano logorare le forze armate russe. Mio zio aveva una linea telefonica diretta con Krusciov, e con l’aiuto di mio padre risolse la crisi dei missili a Cuba firmando l’accordo segreto per togliere quelli Nato dalla Turchia. Serve questa lungimiranza. Putin dice di voler negoziare".

Sono state queste le parole del candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti Robert Kennedy Jr intervistato da 'Repubblica'.

"Non credo che questa guerra convenga ai nostri alleati - ha aggiunto - e l’inarrestabile espansione della Nato non è una cosa buona per nessuno. L’Alleanza dovrebbe essere un’organizzazione finalizzata alla pace, non alla guerra".

Durante l'intervista tenutasi al John a Villa Lombardi, centro eventi a Long Island dove ha organizzato un comizio, allo scopo di raccogliere firme per essere inserito nella scheda elettorale delle presidenziali nello stato di New York, Kennedy ha anche parlato della sua campagna elettorale: "Nei sondaggi sulle sfide a due, batto tanto Biden, quanto Trump. Perdo nelle sfide a tre perché entrambi puntano sulla paura: 'Se vince il mio avversario crolla il mondo, non sprecate voti con Kennedy'. La verità è che Joe e Donald sono diversi come persone, ma molto simili nelle politiche economiche e di sicurezza. Si dividono sulla guerra culturale, minaccia esistenziale per l’America che richiederebbe un presidente capace di riunificare il Paese. Solo io sarei in grado di farlo" ha detto, aggiungendo che Trump ha iniziato ad attaccarlo "perché ha capito che sono una minaccia per la sua rielezione".

Infine Robert Kennedy ha parlato anche della guerra tra Israele e Palestina dicendo che dopo l'eliminazione di Hamas si dovrà "creare lo Stato palestinese e ricostruirlo con un Piano Marshall, ma gestito da una nuova leadership competente e non corrotta".

Fonte: repubblica.it

Foto © Imagoeconomica

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