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I funzionari di alto rango a Politico: “Non esistono tecnologie serie per contrastare la massa di truppe che la Russia schiererà contro di noi”

"Più a lungo va avanti la guerra, più territorio guadagnerà la Russia fino a raggiungere il Dnepr, che è difficile da superare. Tuttavia, se dovesse durare abbastanza a lungo, anche Odessa cadrebbe… Se l’Ucraina perderà o meno l’accesso al Mar Nero è, a mio avviso, la vera questione rimasta. Raccomanderei una soluzione negoziata prima che ciò accada". Con queste dichiarazioni, riportate sulla piattaforma “X”, l'imprenditore Elon Musk ha destato ancora scandalo a Kiev, dove l'idea di un trattato di pace per fermare le ostilità non è nemmeno contemplata a livello legislativo. Tuttavia, oramai, persino nei salotti degli alti vertici ucraini non si nasconde più l'amara realtà della guerra.
Già pochi giorni fa, lo stesso presidente Zelensky aveva ammesso che, a meno dello sblocco del pacchetto d’aiuti da 60 miliardi di dollari blindato al Congresso statunitense, le sue forze sarebbero dovute “tornare indietro, ritirarsi, passo dopo passo”. Pochi giorni fa, nel merito, il direttore della CIA William Burns aveva affermato che senza ulteriore assistenza militare da parte degli Stati Uniti, l'Ucraina sarebbe stata costretta ad avviare negoziati di pace alle condizioni di Mosca entro un anno.
Kiev è a corto di proiettili di artiglieria da 155 millimetri, droni e dei sistemi di difesa aerea Patriot ma, come riporta il quotidiano Politico, la cruda realtà è che, se anche il pacchetto di aiuti venisse approvato da Washington, “un massiccio rifornimento potrebbe non essere sufficiente per evitare un grave sconvolgimento del campo di battaglia”.
Ad ammetterlo questa volta sono gli stessi ufficiali ucraini di alto rango che hanno prestato servizio sotto il generale Valery Zaluzhny. Interpellati sempre da Politico in merito alla situazione militare, hanno descritto un quadro estremamente cupo per il futuro del conflitto, che non lascia spazio ad alcuna velleità di vittorie, ancora vendute al pubblico da una velenosa propaganda a buon mercato.
Secondo i funzionari “c'è un grande rischio che le linee del fronte crollino ovunque i generali russi decidano di concentrare la loro offensiva”. Inoltre, grazie a un peso numerico molto maggiore e alle bombe aeree guidate che ormai da settimane distruggono le posizioni ucraine, la Russia sarà probabilmente in grado di “penetrare la linea del fronte e di distruggerla in alcune parti”, hanno affermato alla pubblicazione.


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Elon Musk


A questo proposito, è doveroso sottolineare che Mosca ha dato l’ok alla produzione in massa delle bombe Fab-3000, da tre tonnellate. Un temibile ordigno con un raggio di distruzione di 46 metri e un raggio di dispersione dei frammenti di 260 metri, capace di perforare un’armatura da 288 mm di spessore. Per dare un’idea del loro peso sul campo di battaglia, basti pensare che un’inchiesta della Cnn di una decina di giorni fa sosteneva che gli equilibri in prima linea si erano spostati a favore dell’esercito russo proprio grazie alle Fab-1500, di potenza dimezzata rispetto alla versione 3000.
Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina adesso perché non esistono tecnologie serie in grado di compensare l’Ucraina per la grande massa di truppe che la Russia probabilmente scaglierà contro di noi. Noi non disponiamo di queste tecnologie e anche l'Occidente non le possiede in numero sufficiente”, ha continuato una delle fonti che ha parlato in condizioni di anonimato.
Secondo lui, sono solo la grinta e la resilienza ucraina, nonché gli errori dei comandanti russi, che ora potrebbero alterare la triste dinamica. Un altro ufficiale ha messo in evidenza la capacità russa di adattarsi e rispondere in maniera simmetrica al dispiegamento di nuove armi occidentali.
"Zaluzhny la chiamava 'la guerra dell'unica possibilità… Con questo intendeva dire che i sistemi d’arma diventano superflui molto rapidamente perché vengono rapidamente contrastati dai russi. Ad esempio, abbiamo utilizzato con successo i missili da crociera Storm Shadow e SCALP (forniti da Gran Bretagna e Francia), ma solo per un breve periodo. I russi studiano sempre. Non ci danno una seconda possibilità. E ci riescono”, ha affermato il funzionario, precisando che spesso, nuove forniture di armi moderne giungono a destinazione quando Mosca ha già predisposto le adeguate contromisure.
"Ma spesso, semplicemente non riceviamo i sistemi d'arma nel momento in cui ne abbiamo bisogno: arrivano quando non sono più rilevanti", ha chiarito la fonte, citando come esempio gli aerei da caccia F-16. Di questi velivoli, si prevede che almeno una dozzina diventino operativi già quest'estate, dopo che l'addestramento di base dei piloti sarà stato completato.
“Ogni arma ha il suo momento giusto. Gli F-16 erano necessari nel 2023; non saranno adatti per il 2024”, ha detto l’ufficiale, sostenendo che la Russia è già pronta a contrastarli.
Negli ultimi mesi abbiamo iniziato a notare missili lanciati dai russi da Dzhankoy nel nord della Crimea, ma senza testate esplosive. Non riuscivamo a capire cosa stessero facendo, e poi lo abbiamo capito: stanno effettuando delle misurazioni", ha affermato, spiegando che la Russia ha calcolato dove è meglio schierare i suoi sistemi missilistici e radar S-400 al fine di massimizzare l’area che possono coprire per colpire gli F-16, tenendoli lontani dalle linee del fronte e dagli hub logistici russi.


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Gli ufficiali hanno anche affermato che ora hanno bisogno di armi tradizionali più basilari e di droni. “Abbiamo bisogno di obici e proiettili, centinaia di migliaia di proiettili e razzi”, ha detto uno di loro a Politico, stimando che l’Ucraina avesse necessità di 4 milioni di proiettili e 2 milioni di droni.
L’Europa, da parte sua, sta cercando di coprire il suo colossale svantaggio nel settore dei proiettili di artiglieria. Una proposta di acquisto di munizioni da parte della Repubblica ceca potrebbe portare il totale dell’Ucraina sia all’interno che all’esterno dell’UE a circa 1,5 milioni di unità per un costo di 3,3 miliardi di dollari. Una cifra comunque al di sotto del fabbisogno minimo richiesto, tenendo conto che, secondo una recente pubblicazione dell’Economist, Mosca sarebbe in grado di produrre già quest’anno 4,5 milioni di proiettili.
Gli ufficiali hanno sottolineato che il Paese attualmente non ha abbastanza uomini in prima linea e questo aggrava il problema dello scarso sostegno occidentale. L’Ucraina finora ha tardato a premere il grilletto sul reclutamento prima della prevista spinta russa, poiché le autorità si sono preoccupate per le ricadute politiche che le misure di mobilitazione potrebbero comportare, in termini di renitenza alla leva ed elusione dei documenti di coscrizione.
Tuttavia martedì Zelensky ha firmato alcune parti aggiuntive di una vecchia legge sulla mobilitazione che restringe i requisiti legali per gli uomini ucraini in età di leva per registrare i propri dati e abbassa l’età minima per la chiamata alle armi da 27 a 25 anni, estendendo la possibilità di reclutare oltre 467.000 persone, secondo la pubblicazione ucraina Telegraph.


L’Ucraina punta ad un attacco di droni sul ponte di Kerch in Crimea

Mentre la situazione al fronte è prossima al collasso Kiev sembra concentrarsi nell’attuazione di attacchi in profondità, sviluppatisi nelle ultime settimane in una serie di incursioni contro raffinerie e porti petroliferi russi. Solo nella giornata di martedì era stata colpita una raffineria e una fabbrica di droni nella regione industriale del Tatarstan, a più di 800 miglia dal confine.
Secondo indiscrezioni del The Guardian, l’agenzia di spionaggio ucraina, artefice di questi attacchi UAV, ha ora gli occhi puntati su un altro obiettivo: il ponte Kerch lungo 12 miglia che collega la Crimea occupata con la Russia.
Alti funzionari del servizio di intelligence militare ucraino HUR indicano che si sta pianificando un terzo tentativo sul ponte, dopo due precedenti tentativi di farlo saltare in aria”, afferma la fonte di intelligence, sostenendo che la sua distruzione è “inevitabile”.

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