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Mosca: ci saranno conseguenze

Sale la tensione nell’Europa dell’Est e non è più circoscritta al solo territorio ucraino. Il presidente polacco Andrzej Duda ha affermato che il Paese è pronto a schierare armi nucleari.
"Se i nostri alleati decidono di schierare armi nucleari nel quadro della condivisione nucleare sul nostro territorio per rafforzare la sicurezza del fianco orientale della Nato, siamo pronti a farlo", ha detto Duda al quotidiano popolare Fakt. Immediata la risposta di Mosca, con il Cremlino che si dice pronto ad adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza nazionale se Varsavia dovesse ospitare tali ordigni sul suo territorio.
La Russia terrà conto del potenziale dispiegamento di armi nucleari statunitensi in Polonia nella sua pianificazione militare”, ha affermato, nel merito, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
"Sembra che Varsavia stia cercando deliberatamente di attirare più attenzione da parte di coloro che si occupano di pianificazione militare nello Stato Maggiore russo. Sarebbe logico supporre che una volta che le armi nucleari americane appariranno in Polonia, le strutture pertinenti verranno immediatamente inserite nell'elenco dei legittimi obiettivi in caso di confronto armato diretto con la NATO", ha continuato la Zakharova, definendo l’affermazione di Duda, “provocatoria” nella sua ormai nota politica ostile verso la Russia.
Secondo il diplomatico russo, Mosca e Minsk tengono conto del fattore polacco quando adottano misure aggiuntive per rafforzare la sicurezza del loro Stato dell'Unione.
I timori russi non sono legati solo alla proliferazione nucleare. Le dichiarazioni polacche sono aggravate dal fatto che il Paese rappresenta un tassello importante dell’infrastruttura militare statunitense posta in prossimità dei confini con Mosca.
Lo scorso 15 dicembre, grazie al precedente annullamento del trattato ABM avvenuto nel 2001, gli Stati Uniti hanno messo in funzione l’Aegis Ashore Missile Defense System (AAMDS) situato a Redzikowo, prossimo ad essere completamente integrato e testato nel sistema di difesa missilistica balistica degli Stati Uniti e operativo sotto il comando e il controllo della NATO.
Il progetto, attivo in Romania già dal 2016, utilizza i lanciatori Mark 41 "Aegis", che possono ospitare diverse varietà di missili: primi fra tutti gli intercettori Sm-3, nati per distruggere missili balistici intercontinentali fuori dall’atmosfera terrestre durante la porzione di rotta intermedia dei loro voli, utilizzando la forza cinetica dell’impatto e non una testata esplosiva. L’esercito americano sta studiando la possibilità di integrare nel sistema nuovi razzi capaci di intercettare vettori ipersonici. Un pericolo strategico per la Russia, sensibile ad un ipotetico primo attacco nucleare senza possibilità di rappresaglia, acuito dal fatto che i Mark 41 possono ospitare anche armi offensive, come i missili da crociera Tomahawk. Questi sistemi hanno una gittata di oltre 2400 chilometri, possono colpire Mosca e altri obiettivi all'interno della Russia e sono in grado di trasportare testate all'idrogeno con una potenza variabile fino a 150 chilotoni, circa dieci volte superiore a quella della bomba atomica che distrusse Hiroshima.
Complessivamente, in ciascuna base i lanciatori Aegis possono ospitare 24 missili, creando il potenziale per il lancio di 48 missili da crociera Tomahawk contro la Russia da una distanza relativamente ravvicinata.
Nel mentre, proprio in queste ore sono iniziate delle nuove esercitazioni militari di Lituania e Polonia sul corridoio di Suwalki, un territorio di circa 100 chilometri che divide l’enclave russa di Kaliningrad dal confine bielorusso. L’addestramento pianificato congiuntamente già nel 2022 dalle autorità polacche e lituane coinvolgerà circa 1.500 soldati e centinaia di unità mobili.
Le esternazioni di Duda, dunque, non suonano per Mosca come drastiche misure di deterrenza, quanto piuttosto come una minaccia esistenziale le cui conseguenze sono difficilmente quantificabili per il continente europeo.

Foto © Imagoeconomica

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