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Sarebbe senz’altro proficuo essere amministrati da chi ha a cuore il bene della propria comunità, dovrebbe essere l’aspirazione di ogni cittadino. Non possiamo però ignorare sul fatto, che alcuni candidati, probabilmente destinati a formare la prossima Giunta in caso di elezione valida, hanno un passato amministrativo, che poco coincide con il “Bene comune”; nome dato all’unica lista che sarà sulla scheda il 25 febbraio, con candidato sindaco Antonio Giacomelli, persona sconosciuta alla comunità, che ha dimostrato di ignorarne le problematiche e non ha mai amministrato un comune. Forse questo è il motivo perché nel programma di lista non si fa alcun riferimento a “Perfido” e all’infiltrazione mafiosa, che la sentenza di primo grado ha decretato. Nostro dovere è di informare con trasparenza i cittadini, ricordare il passato amministrativo di queste persone, che non va mai dimenticato se si vuole costruire un sano futuro. A Lona Lases lo scontro è sempre avvenuto attorno alla questione dei canoni cava: i soldi. Quando nel 1985 l’amministrazione Valentini ha aumentato i canoni, che erano irrisori, sono partite le minacce – intimidazioni - lettere minatorie - la macchina dell’assessore alle cave bruciata il 24.4.1986 sul piazzale del comune, 4 mesi dopo 12 kg di tritolo fatti esplodere al “Salgar” a 100 metri dalla sua casa, poi venne rinvenuto materiale esplosivo in riva al lago e una perquisizione dei CC di Cavalese portò a 4 denunce. Metodi che rischiavano evidentemente di attirare eccessiva attenzione, anche su presenze di soggetti forse estranei alla comunità locale, e quindi i concessionari di cava scelsero un’altra strada, le cause civili. Ben 26 ne vennero avviate contro l’Amministrazione comunale, il cui operato venne però sempre ritenuto corretto da parte della magistratura, che respinse tutte le cause. Quando in consiglio si parlava di cave, tra i concessionari presenti non mancava mai il padre di Piermario Fontana, socio nella ditta Avi & Fontana Srl (concessionaria del lotto 1 Pianacci) assieme il suocero di Letizia Campestrini (entrambi ora candidati nella lista “BENE COMUNE”). Spesso egli si lamentava dell’eccessiva onerosità dei canoni che rendevano non redditizia l’attività di cava. Per questo il sindaco gli aveva riconosciuto “che una ditta non deve lavorare in perdita” e quindi “poteva sempre rinunciare alla concessione della cava e consegnarla al Comune”. Mai la Avi & Fontana rinunciò alla concessione, anzi, con il pensionamento dei titolari nel 1998, una parte delle quote societarie (il 49%) passarono alla famiglia Bertuzzi di Albiano (mantenendo formalmente il 51% in capo ai soci originari al fine di evitare la decadenza della concessione), e così Franco e Rosario Bertuzzi hanno gestito la cava (facendo confluire la ditta in Unioncave), sino alla fine del 2022. Quanto hanno lucrato i soci originari e quanto è stato sottratto alla comunità da questa cessione? Dal foglio informativo 2004 del gruppo di minoranza consigliare si legge, che il 29.12.2004 il consiglio comunale con Tondini Mara sindaco: “Con un colpo di mano è stato cancellato l’art.17 del disciplinare cave in vigore dal 1989, ora sostituito con l’art. 13, che oltre a concedere la possibilità alle ditte concessionarie di lotto comunale di cambiare i soci, concede pure la facoltà di passare la cava in eredità (ai figli) come se fosse un bene di famiglia. Così facendo il padre del vicesindaco Fontana Piermario ed il suocero dell’assessore Campestrini Letizia, concessionari del lotto cava 1 Pianacci, possono vendere il restante 51% delle quote societarie ancora in loro possesso”. E ancora: “Ormai si vende ad altri la ricchezza di proprietà pubblica, come se fosse una cosa privata”. Mara Tondini (che ha promosso l’attuale lista “Bene Comune”), dal 2002 al 2005 ha ricoperto il ruolo di sindaco, con assessori Letizia Campestrini e Piermario Fontana, mentre Giuseppe Battaglia (condannato in primo grado per associazione mafiosa nel processo “Perfido” e tuttavia da considerarsi innocente fino a condanna definitiva), era consigliere di maggioranza. Nel foglio informativo anno 2004 dei consiglieri di minoranza lista “Interessi comunali di Lona-Lases”, c’è un capitolo intitolato “La politica degli AFFARI PRIVATI”, che elenca tutte le 5 segnalazioni-esposti fatti alla Corte dei Conti per danno economico alle casse comunali. È emblematico l’esposto del maggio 2004 (allora sindaco Mara Tondini), sulla vicenda della discarica abusiva sulla ex cava “Dossi- Grotta”, che si concluse con la conferma della condanna in Cassazione del 12.6.2008 nei confronti di Giuseppe Battaglia (consigliere maggioranza) e altro soggetto, perché avevano scaricato senza autorizzazione all’interno della ex cava Dossi un volume di mc 28.945 di materiale non conforme (rifiuti speciali non pericolosi), proveniente da scavi e demolizioni. La stampa locale (L’Adige 19.03.2005) dava notizia della condanna da parte della Corte dei Conti di 9 amministratori (tra i quali appunto Mara Tondini, Letizia Campestrini e Piermario Fontana), condannati a risarcire un danno patrimoniale alle casse comunali pari a 27.000,00 euro, per il passaggio di proprietà della ditta Porfidi Otto Srl alla Europorfidi Spa. L’Adige d.d. 21.4.2005 titola: “Condanna bis per la giunta Tondini” della Corte dei Conti nella quale figuravano appunto Piermario Fontana, Letizia Campestrini. Questa volta condannati a versare alle casse del Comune 22.240,00. euro a ristoro del danno causato per via della svendita della strada comunale alla ditta Porfidi DOC, di Fulvio Micheli (eletto nella stessa lista). Poi prosciolti in appello per: “non colpa grave”; riconoscendo però “l’illiceità di comportamento” (comportamento illecito, che si qualifica reato), per il primo caso, e “la sicura illegittimità dell’iniziativa per mancato esperimento di asta” nel secondo caso. La minoranza consigliare aveva scritto: “Altra segnalazione è quella relativa al lotto cava n. 2 Pianacci, simile a quella della cava Porfidi Otto per il fatto che i soci originari hanno passato tutte le quote alla nuova ditta Montechiara Porfidi srl senza l’autorizzazione del Consiglio comunale… Il danno da noi stimato è di 535.860,00 euro. Ormai si vende ad altri la ricchezza di proprietà pubblica, come se fosse una cosa privata.”. “Altra segnalazione è quella relativa al mancato recupero dei costi di gestione dell’acquedotto industriale a servizio delle cave e piazzali di lavorazione pubblici per un importo stimato in 38.554,00 euro”. Un altro affare speculativo privato avviato dalla giunta della sindaca Mara Tondini, riguarda il tentativo di variare il piano regolatore di Lona-Lases, dove si prevedeva di realizzare una mega area industriale di 36.800 metri quadrati, spianando il dosso a nord del distributore Esso (che rendeva invivibile chi vi abita con un notevole impatto ambientale anche per il campo sportivo). Come Coordinamento Lavoro Porfido abbiamo sempre sostenuto, che per avviare un percorso democratico, c’è la necessità di far intervenire una “Commissione d’Accesso”, con lo scopo di verificare e chiarire i passaggi amministrativi (ultimi 25 anni), che possano aver favorito l’infiltrazione mafiosa nella nostra comunità, e ridotto Lona-Lases ad essere uno dei comuni più poveri del Trentino.

Ci domandiamo e vi chiediamo, che senso abbia votare una lista nella quale sono candidate delle persone, che il “Bene comune” l’hanno calpestato, dando nel contempo spazio ad un insaziabile appetito privato? Vogliamo ancora una volta mettere la volpe a guardia del pollaio?” RESPONSABILMENTE RIFLETTIAMOCI. L’opacità è nemica della libertà e della democrazia, chiediamo trasparenza!

Foto © Imagoeconomica
    

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